- Scuola: scuola secondaria di secondo grado, Istituto Tecnico Industriale Statale "G.M.Angioy" , Sassari
Comprendere i vantaggi e gli svantaggi della didattica a distanza, tramite le esperienze di chi la scuola la vive. Ne parliamo con Maria Rita Piras, professoressa di Sassari.
Prima sono arrivate le LIM, le lavagne interattive multimediali, poi il registro elettronico, poi gli ebook al posto dei libri di testo cartacei, infine il pc per prendere appunti invece del quaderno. E quest’anno? Quest’anno sono arrivare le videolezioni.
Eccola la didattica a distanza. E dietro l’angolo, ecco anche la DDI, la didattica digitale integrata. Insieme con una pandemia, un lockdown, una maturità, una crisi economica e migliaia di morti. Uno scenario distopico, ma reale, dentro il quale docenti, insegnanti, studenti e studentesse hanno dovuto trovare soluzioni innovative e creative per portare avanti una delle attività più “normali” di tutte: la scuola e lo studio.
Dalla parte di chi la scuola la vive
Tutti i docenti hanno dovuto reinventare la didattica, cercando di mantenere il rapporto educativo ed umano con i propri alunni. Il digitale, in questo, è stato fondamentale. Ma sono state la creatività e il dinamismo dimostrato da chi vive quotidianamente la scuola italiana a fare la differenza.
Ci racconta Maria Rita Piras, professoressa di storia e letteratura italiana all’ITI Angioy di Sassari, che “inizialmente a febbraio 2020, la preoccupazione più grande era che gli studenti si sentissero smarriti e soli. Perché è vero che erano a casa al sicuro, ma non tutti hanno dei genitori con cui parlare di queste cose. Poteva anche capitare di avere dei genitori spaventati a loro volta”. Quindi, la scuola aveva un compito importante, come spiega Maria Rita: “Il ruolo dell’insegnante in questi casi è quello di essere un punto fermo nella vita degli studenti”.
Così, in breve tempo, le modalità di insegnamento e apprendimento sono cambiate. Dalla tradizionale scuola in aula, alla lezione tramite una piattaforma online. A marzo parte in tutta Italia la DaD, la didattica a distanza e, allo stesso tempo, nasce una nuova necessità: trovare un modo per confrontarsi tra docenti, per creare nuove tecniche e metodologie di insegnamento.
Da qui, la mission di Idee per la scuola: essere un hub, un aggregatore di progetti, esperienze e, appunto, idee per la scuola. Uno spazio in cui trovare supporto, ispirazione e nuove idee per creare una didattica diversa, efficace nonostante la distanza.
Cos'è la scuola mediata: differenze tra DaD e DDi
La scuola è stata da sempre il luogo di incontro, confronto, studio e allenamento di competenze. È lo spazio di crescita e allenamento della persona e dell’identità.
Nonostante le innumerevoli critiche, dibattiti e dubbi sulla scuola a distanza, nella storia italiana, abbiamo un precedente di enorme importanza: Maestro Manzi, con il suo “Non è mai troppo tardi”, programma della RAI, andato in onda dal 1960 al 1968, ideato per contrastare l’analfabetismo.
“La scuola mediata”, come la definisce Maria Rita Piras, non è una novità, quindi, ma è universo di possibilità, che permette di creare nuovi modi di stare insieme, comunicare e di vivere la scuola. Il digitale permea le vite di studenti e docenti da anni ormai tramite gruppi Whatsapp di classe, dove prenotarsi per le interrogazioni o chiedere appunti o chiarimenti agli insegnanti.
Ma il vero passaggio è avvenuto a marzo: per necessità è nata la didattica a distanza. La scuola si è spostata online tramite le videolezioni su Zoom, Teams, Meet, per scuole primarie, secondarie, università e alta formazione. Nessun tipo di attività in presenza, se non all’ultimo, con le dovute regole, per la maturità.
La didattica digitale integrata invece è venuta dopo, in questo anno scolastico. È la risposta alla volontà di far interagire le modalità di insegnamento, digitali e in presenza, nel modo più efficace possibile, a seconda delle possibilità date dalla situazione. La parola centrale, di questo acronimo, è “integrata”: l’obiettivo ora non è più quello di riconoscere le potenzialità del digitale, ma valorizzare e mantenere le nuove pratiche apprese da insegnanti e studenti. Con questo spirito, il Ministero ha stilato le Linee guida da seguire per la didattica digitale integrata.
Ma la domanda che ci si pone, ancora adesso, dopo quasi un anno di DaD e DDI è: quali sono i pro e i contro di questo tipo di scuola? Vediamoli insieme alla professoressa Maria Rita Piras e ad altri docenti che ci hanno raccontato le loro esperienze.
I vantaggi della didattica a distanza
Scontato forse da dire ma la didattica a distanza permette di annullare le distanze. Questo fa sì che, ad esempio, ci sia la possibilità di avere come ospiti ad eventi, conferenze e seminari, personaggi, scrittori e intellettuali che non avrebbero potuto essere fisicamente presenti.
Sempre secondo questa prospettiva, Maria Rita ci racconta che per lei la DaD “è oggettivamente più comoda, perché non mi muovo da casa, perché ho a disposizione il mio ufficio, con la mia postazione e i miei libri”.
Con la didattica a distanza si dimezzano i tempi. Gli spostamenti sono minimi o non necessari: per gli studenti e i docenti in teoria aumentano le ore di sonno. Inoltre, c’è una diminuzione dei costi notevole legata agli abbonamenti dei mezzi e un conseguente abbattimento dell’impatto ambientale.
La DaD e la DDI creano la situazione ideale per dare il via a progetti innovativi di vario tipo che altrimenti non avrebbero mai avuto luogo. Noi di Idee per la scuola ne abbiamo raccontati alcuni, come ad esempio la storia di Francesco, un insegnante che insieme con i suoi alunni ha creato un blog in cui gli studenti potessero raccontarsi.
Uno degli elementi ricorrenti nelle interviste di Idee per la scuola, è il tema dell’inclusione di studenti e studentesse con bisogni educativi specifici. Tra queste, noi abbiamo raccontato la storia di Ettore, un bambino autistico e disprassico, che con il supporto dei suoi insegnanti e della famiglia ha raggiunto dei traguardi notevoli.
Gli svantaggi della DaD
Una delle criticità maggiori della didattica a distanza è la perdita della socialità tipica dei momenti ludici della scuola: la ricreazione, la battuta con la compagna di banco o con l’amico della classe a fianco.
La didattica digitale integrata e le modalità di didattica in parte in presenza e in parte a distanza cercano di sopperire a questa mancanza, offrendo una soluzione temporanea.
L’altra grande criticità riguarda l’alfabetizzazione digitale e il digital divide, ovvero la mancanza di infrastrutture e strumenti adatti alla didattica a distanza. Nella sua intervista, Domenico Aprile, insegnante di Informatica, ci ha spiegato le difficoltà che gli insegnanti incontrano. Spesso le carenze di competenze dei professori riguardano difficoltà a compiere delle azioni anche semplici, mentre per i genitori la prospettiva è ancora più complessa, perché non conoscendo il mezzo ne hanno paura.
Maria Rita Piras ci ha raccontato, inoltre, che vi è un alto rischio di abbandono scolastico da parte degli studenti che hanno difficoltà o che provengono da contesti sociali ed economici svantaggiati. In questo senso, la DaD ha aumentato le disuguaglianze nelle zone periferiche dell’Italia.
- Infine, vi è la questione della privacy: “A volte ci si sente come degli intrusi in casa altrui” dice Maria Rita. “Ci si sente indiscreti, perché la classe è un ambiente neutro, di tutti e di nessuno, in una sorta di bolla temporale. Mentre con la DaD si entra nelle case degli studenti, senza essere stati veramente invitati”.
Il futuro è adesso: perché la scuola è importante
La didattica a distanza e la didattica digitale integrata non sono forse le soluzioni migliori al momento, perché sono ancora in fase di assestamento. Si inseriscono in un momento storico complesso, in un sistema sociale non paritario dove non tutti purtroppo hanno le stesse possibilità.
Il compito degli insegnanti è quello di affiancare gli studenti, supportarli, comprenderli ed ascoltarli.
E noi, con Idee per la scuola, vogliamo dar voce agli insegnanti, offrendo uno spazio virtuale in cui possano trovare ispirazione, confronto e contatto con altre realtà, diverse o simili, ma reali.
La scuola è di chi la vive, è di chi la fa, e di chi dedica il suo tempo a migliorarla. Noi, con il nostro progetto, vogliamo contribuire a renderla migliore. Perché una scuola migliore, forma cittadini e cittadine migliori.
Autore: Marcella Peverini
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