Angela Panzarella spiega le learning app, l’interattività e lo storytelling

Imparare l’inglese giocando tra learning app e storytelling

Quali e quante risorse si possono trovare online per insegnare ai bambini l’inglese? Angela Panzarella spiega le learning app, l’interattività e lo storytelling.

Si può imparare l’inglese giocando, anche online? L’esperienza della maestra Angela Panzarella, insegnante di inglese nell’istituto comprensivo Padre Pino Puglisi a Buccinasco (MI), ci mostra che sì, è possibile!
Angela è una maestra piena di risorse, creatività e passione per i suoi alunni, che lei chiama con affetto “gli gnomi”. In questa intervista ci ha raccontato le attività che ha portato avanti sin dai primi di febbraio, quando ancora la DaD non era stata ufficializzata. Scopriamo insieme quali.

Angela i tuoi “gnomi” sono bambini e bambine delle elementari, giusto?

“Sì, ma vengo da un lungo trascorso nelle scuole superiori. Tuttavia, sono entrata di ruolo l’anno in cui è partito in Lombardia il progetto IBI/BEI un progetto di bilinguismo. Da linguista mi sono buttata a pesce, lasciando l’insegnamento alle superiori per entrare nel mondo degli gnomi. E lì mi sono innamorata! All’inizio il progetto prevedeva dalle 5 alle 7 ore di inglese a settimana. Buccinasco ha fatto partire il progetto proprio con le mie classi: 4 ore a settimana di inglese in full immersion che cerchiamo di aumentare nel corso del triennio a 5. Prendo i bambini dalla prima elementare e, parlando loro sempre in inglese, arrivano in quinta certificati bilingui.”

Sei una maestra 2.0: usi ogni risorsa disponibile per creare delle lezioni che siano il più possibile interattive. Quali sono le metodologie che usi?

“Prima fra tutte la full immersion con il bilingual education, il progetto di bilinguismo. Poi Il CLIL, l’insegnamento integrato di lingue e disciplina. Facciamo scienze e musica in lingua inglese, di seguito inseriamo contenuti cross-curricolari, come può essere storia, cittadinanza, tecnologia e geografia, tutto veicolato dalla lingua inglese.
In aggiunta al CLIL, uso anche le TecnoCLIL, un approccio innovativo partito da Indire-Avanguardia Educativa: l’utilizzo del digitale e delle app per il CLIL. Sfruttando il fatto che i bambini sono nativi digitali e per loro è qualcosa di naturale usare le app, il digitale diventa un metodo inclusivo. Cerco di indirizzarli all’uso corretto delle tecnologie, in modo tale che possano evitare di cadere nei pericoli della rete. Se tu insegni loro sin da subito che il digitale è una risorsa, mostrandogli le potenzialità che questo ha, sicuramente avranno meno rischi e possibilità di cadere in determinate trappole.”

Con quali tecniche integri queste metodologie?

“In ogni attività, cerco di creare uno storytelling: quando con gli gnomi facciamo qualcosa, cerco di fargliela drammatizzare, perché questo facilita l’apprendimento.
Uno dei metodi più utili per l’apprendimento della lingua è il TPR, il total phisical response, che consiste nell’associare alla ripetizione fisica di gesti la pronuncia o alcune parole.
Utilizzo anche il metodo del Jolly Learning che permette di leggere e scrivere sin da subito. Loro già a dicembre hanno letto il loro primo libro in inglese.”

Le learning app sono degli ulteriori mezzi di valutazione, mentre per i bambini sono giochi.

Tra i vari progetti e attività online che hai organizzato per i tuoi gnomi, ne vuoi raccontare qualcuno in particolare?

“L’anno scorso abbiamo creato la storia del “The very hungry Caterpillar”, “Il Bruchetto mai sazio”, che si tramutava in farfalla. Tramite l’applicazione Quiver loro avevano la possibilità di vedere a partire dal disegno, la farfalla che usciva in 3D. Per i bambini questa è la magia di Miss Angela!
Durante la prima fase della Didattica a Distanza ho organizzato dei contest, in cui i bambini dovevano mettersi in gioco in prima persona, raccontando cosa avevano fatto. In questo modo abbiamo creato il contest Masterchef – Dwarfs Edition, di cui abbiamo creato anche una raccoltaSulla stessa scia, abbiamo organizzato il Miss Angela’s Got Talents: gli gnomi hanno cantato la canzone All Together now, io li ho registrati e poi ho regalato il video montato ai genitori.”

Quali sono gli strumenti, app e tool online, che usi di più e in che modo?

“Per semplicità faccio un elenco con qualche esempio:

  • Noi eravamo abituati già prima ad usare Padlet, un sito che permette di creare dei wall di contenuti multimediali, una sorta di bacheche in stile Pinterest. È, di fatto, un raccoglitore di materiali, che divido per anno, classe, argomento. I bambini hanno libero accesso e possono trovare i riferimenti alle lezioni, sin da subito.
  • Le Learning App sono delle app didattiche che permettono di creare dei piccoli moduli interattivi: sono dei giochi attraverso cui i bambini apprendono. Tra l’altro, quando è partita la DaD, ho reso disponibili tutte le mie risorse, app e siti, togliendo le password di accesso, in modo che potessero essere fruibili da chiunque in tutta Italia. 
  • Genial.ly è la piattaforma sulla quale preparo la maggior parte delle mie lezioni, perché permette di creare presentazioni interattive, con cui fare gamification, inserendo video, immagini, giochi e tanto altro. Ad esempio, per questo Natale ho creato il Calendario dell’Avvento dove ogni casella corrisponde ad una canzone. In ottica CLIL, invece, ti riporto il Clilopoly: un gioco in cui i bambini possono interagire ed allenare diverse competenze che darò come compito delle vacanze di Natale. Ho davvero tantissimo materiale: se siete interessati ai progetti di quest’anno, potete trovare il primo modulo online, al mio profilo (se non siete registrati sulla piattaforma, cercate Angela Panzarella).
  • A proposito di presentazioni e grafiche: uso molto Canva per creare delle cartoline o dei piccoli attestati da dare sia agli gnomi che ai genitori. È un modo per rendere partecipi anche le famiglie.
  • Popplet è un’app che permette di inserire video e immagini per creare delle mappe concettuali
  • Per lo storytelling, uso l’app Storyjumper, un programma per creare libri digitali, anche questo interattivo. Quest’anno, per Natale, la mia classe seconda ha creato in maniera creativa un libricino per Natale: “Santa in the park”. Anche se non siamo più in DAD, questi strumenti sono rimasti in integrazione alla didattica classica.
  • Un’altra app che ho utilizzato inizialmente a febbraio per mantenere il rapporto con i bambini è Screencasomatic: permette la creazione e il montaggio rapido di video.
  • Prima ho anche citato Quiver, piattaforma per l’interazione tra bambini e tecnologie. È un’app che permette di rendere in 3D i disegni Sul sito è presente anche una sezione esclusivamente dedicata all’educazione.
  • Infine, una piattaforma che consiglio moltissimo ai docenti è eTwinning: un portale che si propone come il luogo in cui fare community tra tutte le scuole d’Europa, dove è possibile comunicare, collaborare, sviluppare progetti e condividere idee.”

Sono tantissimi! Come fai a districarti e a scegliere come organizzarti?

“Dietro la creazione di una lezione di un’ora, ci sono 8 ore di preparazione. Io creo le learning app ogni settimana e i bambini le finiscono subito, per cui poi mi sgridano perché ne ho fatte poche. Per loro è un gioco. Ma in realtà io così vedo i loro progressi e quello che fanno, perché tramite le learning app e le altre app che uso, vedo chi partecipa, i risultati, in quanto tempo le finisce ecc. Sono degli ulteriori mezzi di valutazione, mentre per loro sono giochi. Credo, però, che per poter utilizzare questi strumenti in maniera efficace sia necessario creare una struttura a monte. Non ci si può improvvisare dall’oggi al domani. Io mi ricordo che i primi tempi dormivo due ore a notte per organizzare tutto.”

Quindi si può dire che la didattica digitale integrata funziona?

“Per quanto dal vivo sia un’altra cosa, secondo me, se ben utilizzata, funziona. Ma deve essere dinamica, mix blended, con la parte sincrona e asincrona studiate in modo che siano coinvolgenti al 100%, altrimenti non è didattica integrata. La DDI è uno strumento ulteriore, tant’è che da settembre ho continuato: tutte le lezioni che io ho fatto in classe, le ho riprodotte e inserite nel contenitore che abbiamo a disposizione su Google Suite. In modo tale che se ci fosse stato qualche bambino assente, o se qualcuno a casa volesse rivedere tutto quanto, i moduli siano già pronti.”

Che risultati hanno ottenuto i bambini?

“Anche qui, ti riporto un esempio. L’anno scorso avevo in classe questo bambino, nel cui PEI (piano educativo individualizzato) c’era scritto che non sapeva né leggere né scrivere. Invece in inglese scrive e legge correttamente. La dirigente è rimasta a bocca aperta. È bellissimo quando ti tiri appresso dei bambini con bisogni educativi speciali o con aeree di miglioramento. Infatti, una delle soddisfazioni più belle è stato vedere che i due bambini con il sostegno viaggiano uno sul 10 e uno sul 9.”

Anche i genitori saranno rimasti molto colpiti…

“Ovviamente! Ma nelle mie attività tiravo dentro anche i genitori, quindi gli facevo fare dei giochi insieme. Cercavo di riprodurre quello che è il mio metodo in classe: molto dinamico, molto gioco, molto scherzoso e tante, tantissime storie. I genitori sono stati grandissimi perché hanno dato una grande mano, soprattutto perché all’inizio i bambini non erano autonomi nella gestione delle videochat. Poi hanno imparato e ora anche i più timidi sono a loro agio.

Tra l’altro, quest’estate mi è arrivato un messaggio dei genitori: “Miss, agli gnomi mancano i tuoi video!”. E quindi che fai, non lo fai il video d’estate? Non organizzi, oltre gli esercizi estivi, un video o qualche altra attività appositamente per l’estate?”

Ho avuto la conferma che non bisogna mai fermarsi, perché l’insegnamento è dinamismo.

Qual è la cosa più bella che ti hanno detto i tuoi gnomi?

“Tantissime cose, ma se le racconto tutte ci mettiamo a piangere! Mi dicevano spesso che le mie lezioni durano di meno rispetto a quelle degli altri, anche se ovviamente non era vero, era una loro percezione. Poi, un’altra cosa bellissima, un bambino mi ha chiesto se avessi figli, io gli ho risposto di no e lui mi ha detto “Non è vero, tu ne hai 80!”.”

Che cosa, invece, come insegnante, pensi di avere imparato da questa esperienza?

“Più che aver imparato, ho avuto la conferma che non bisogna mai fermarsi, perché l’insegnamento è dinamismo. E di questo ne sono sempre stata convinta: il famoso “long life learning”. È questo. Non puoi fermarti, perché l’insegnamento e la docenza è sempre un processo creativo e attivo. È stata un’opportunità di crescita.”

Quindi di crescita e condivisione?

“In questo momento dobbiamo essere tutti quanti disposti a condividere. A prescindere dalle direttive del ministero per la creazione di un archivio condiviso nazionale, io dico che se mettiamo tutti a disposizione la nostra esperienza per la scuola, faremo vedere veramente che la scuola italiana è all’avanguardia. Chi ci guadagna sono gli studenti, i futuri cittadini. E dai loro anche un esempio pratico di come deve essere la cittadinanza attiva.”

Hai degli spazi online che gestisci, dove è possibile contattarti per i materiali che hai condiviso con noi?

“Si, ho una pagina Facebook che si chiama “Miss Angela – English rocks”, un gruppo Facebook privato dove è possibile trovare idee e materiali dal nome “In class with Miss Angela” e il mio sito personale “Miss Angela” che sto aggiornando.”

Autrice: Marcella Peverini