- Scuola: scuola secondaria di secondo grado, Istituto d’Istruzione Superiore Vespucci, indirizzo Relazioni Internazionali per il Marketing, e Liceo Linguistico Enriques, Livorno
- Classe: terza, quarta e quinta
- Materia: lingua e cultura cinese
- Metodologia didattica: flipped classroom
- Cosa ha fatto il docente: con gli alunni dell’Istituto Vespucci delle classi terze e quinte ha creato insieme all’insegnante di Italiano un percorso interattivo multimediale interdisciplinare su Marco Polo, la via della seta e la nuova via della seta. Con le classi del liceo linguistico ha creato una rivista di istituto bilingue italiano-cinese sulla cultura cinese chiamata “L’Enriques orientale”.
Ecco come l’insegnante Chiara Buchetti mantiene vivo l’entusiasmo dei suoi studenti con slide interattive e la creazione di una rivista bilingue, rendendo la Cina ancora più vicina ai ragazzi durante la DaD.
Ci sono insegnanti che sembrano essere nati per insegnare. La passione che trasmettono per le loro materie di insegnamento ci coinvolge e ci fa venir voglia di ritornare studenti. Ecco cosa abbiamo provato noi di Idee per la scuola intervistando Chiara Buchetti (questo il suo sito personale) aka #profdicinese, insegnante di Lingua e Cultura Cinese, sinologa, traduttrice e autrice del libro “Cina da scoprire” edito da Eli.
Ciao Chiara, vuoi parlarci un po’ di come la DaD ha influenzato i tuoi metodi di insegnamento e come sono nate le tue idee?
“Durante il corso di formazione per docenti in anno di prova ci sono state presentate varie piattaforme e da li ho preso spunti per entrambe le idee. Data la difficoltà del momento, con connessioni instabili e strumenti mancanti, la prima necessità è stata quella di fornire a tutti una base su cui studiare autonomamente anche in asincrono. Essendo, però, il cinese una lingua così particolare, era necessario fornire ai ragazzi un supporto per la pronuncia e la lettura.
Grazie a Genially (piattaforma usata in DaD anche da un altro docente) si possono inserire testi, audio, video, link e rimandi a varie sezioni o articoli esterni. Tramite l’utilizzo di slide interattive in cui ho potuto inserire la trascrizione fonetica (pinyin) e la registrazione audio della mia pronuncia delle frasi cinesi, anche gli studenti che avevano problemi di connessione hanno potuto stare al passo con il programma e svolgere una prova di verifica su Marco Polo e la via della seta. Per la classe quinta la parte in lingua è stata anche oggetto di discussione all’orale della maturità”.
Sappiamo che hai anche creato una... rivista. Ci racconti di più?
“La rivista digitale è nata dalla necessità di condensare molte informazioni culturali in poco tempo, senza annoiare i ragazzi. Ognuna delle tre classi partecipanti ha curato un numero della rivista e ogni studente solo o in gruppo ha scelto il proprio argomento, ha tradotto il testo in lingua cinese, si è occupato dell’impaginazione e della scelta delle foto. Si è creata, in pratica, una piccola redazione giornalistica per ogni classe, supervisionata dalle docenti di cinese (io e la prof.ssa Bellini). La rivista si intitola “L’Enriques orientale” ed è consultabile gratuitamente su madmagz, dove è stata creata in modo totalmente gratuito per scuola e studenti. Per consultare i 3 numeri basta cliccare sui link:
Questi progetti sono ben strutturati e curati. Si sono fermati con la fine dello scorso anno scolastico o continuano anche quest’anno?
“Al liceo continua il progetto della rivista digitale multilingue. Studenti, famiglie, colleghi e la scuola sono rimasti entusiasti del risultato, tanto che il collegio dei docenti ha deciso di reiterare il progetto nel corrente anno scolastico. Lo ha fatto includendo l’attività come attività di PCTO (ex Alternanza scuola lavoro) proprio per la creazione di una redazione giornalistica di classe e decidendo di estendere la rivista a tutte le lingue dell’indirizzo. Da quest’anno la rivista infatti non sarà più solo in italiano e cinese ma vi saranno anche approfondimenti anche sulla cultura iberica e al mondo anglosassone.
Continuo ad utilizzare presentazioni interattive sia al tecnico sia al linguistico, soprattutto in questo secondo periodo di DaD, poiché in uno spazio limitato e sempre disponibile online è disponibile la spiegazione in italiano, in lingua cinese, la trascrizione fonetica delle parole nuove. In pratica crea automaticamente una sorta di mappa concettuale dell’argomento, tutto cliccando in un solo link. Credo sia estremamente funzionale soprattutto per studenti con BES o DSA“.
Un metodo smart e inclusivo. Eppure non tutti gli insegnanti riescono a sfruttare la tecnologia a loro vantaggio...
“La tecnologia era nuova per tutti, per me come insegnante ma anche per i miei studenti. Abbiamo imparato insieme ad utilizzare la piattaforma, e nonostante qualche grattacapo e qualche correzione in corsa, alla fine è andato tutto per il meglio”.
Come hanno reagito i tuoi studenti di fronte ad un cambiamento di insegnamento e di apprendimento?
“I miei studenti? Sono molto entusiasti! I ragazzi del tecnico che hanno svolto il percorso su Marco Polo non avevano mai visto una presentazione così interattiva e molti hanno tratto giovamento dai video e dagli audio disponibili accanto ad ogni frase. Molti hanno continuato ad utilizzare autonomamente la piattaforma per creare le loro presentazioni o semplicemente per mantenere alta la loro motivazione allo studio in un frangente così particolare.
Anche gli studenti che si sono cimentati con la rivista si sono appassionati e hanno da subito accolto l’iniziativa con interesse e curiosità. Certo, hanno lavorato molto per capire come funzionava la piattaforma, ma il risultato finale è stato largamente apprezzato dalle famiglie e dal corpo docente”.
Quindi anche le famiglie si sono espresse positivamente?
“Sì, molti genitori mi hanno scritto privatamente dopo l’uscita della rivista per complimentarsi del grande lavoro svolto e per la passione per la Cina che trasmetto ai loro figli. Alcuni mi hanno ringraziato perché con il mio lavoro ho contribuito a minare –perché distruggerlo è difficile – quel muro di pregiudizi e razzismo contro i cinesi che si era venuto a creare e acuito nei primi mesi di pandemia. Pregiudizio che i loro figli percepivano tutto attorno a loro tramite i media”.
Cosa c’è da imparare come insegnante da questa esperienza dietro lo schermo?
“Tanto. Per una materia particolare come il cinese è fondamentale mantenere alta la motivazione degli studenti, motivazione che sostiene tutto il loro percorso di studio, che li invoglia a studiare, scoprire e sapere sempre di più. Da dietro uno schermo è difficile riuscire a trasmettere la passione che si prova nell’insegnare una materia, una lingua e una cultura così distante ma per certi versi a volte anche molto vicina alla nostra.
Ecco perché utilizzare gli strumenti giusti aiuta molto ed è fondamentale essere sempre aggiornati su di essi, conoscerli, saperli utilizzare ai fini didattici. Non avessi conosciuto questi siti la mia attività in DaD sarebbe stata sicuramente meno stancante (perché c’è tantissimo lavoro dietro per creare un buon prodotto fruibile da tutti) ma molto più piatta e noiosa, sia per me che per i miei studenti. Ho avuto la fortuna di fare formazione al momento giusto.
Ogni mezzo è utile per poter coinvolgere e, indirettamente, far apprendere. Anche con i social: in estate ho lanciato un contest calligrafico su Instagram a cui hanno partecipato diversi studenti condividendo video mentre scrivevano in cinese. Divertendosi, i ragazzi apprendono e ricordano meglio, per questo cerco di inserire nelle mie lezioni la ludodidattica quando possibile, con attività apparentemente più’ leggere. Quella leggerezza che risulta più vicina allo stile di apprendimento dei nostri studenti”.
Autore: Palma Puglisi
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