liceo beccaria milano

Conversazioni tra autore e personaggi: quando la didattica si fa immersiva

Chi l’ha detto che i giovani di oggi mancano di fantasia? In un liceo di Milano gli studenti hanno immaginato vere conversazioni tra i personaggi della letteratura e il loro autore.

Come verificare conoscenze e competenze in DaD? Il lockdown ha spinto i docenti a cercare modalità sempre più originali per coinvolgere gli studenti. E l’originalità, come l’esperienza insegna, è bene che passi per la creatività – specie se l’obiettivo è anche quello di aggirare il pericolo del copia-incolla da internet.
Annachiara Cattaneo, docente di lingua italiana e latino al Liceo classico Beccaria di Milano, ha realizzato un progetto assai curioso che ha proiettato i suoi studenti direttamente nelle opere di noti autori come Giovanni Verga e Ugo Foscolo. 
A noi di Idee per la scuola ha raccontato com’è andata in quest’intervista.

Hai scelto le presentazioni in PowerPoint come metodologia didattica in DaD e lo hai fatto in modo creativo. Ci racconti com’è andata?

“Nell’aprile scorso, in pieno lockdown, ho proposto un lavoro a coppie su Ugo Foscolo. Ho chiesto ai miei studenti di creare un power point, o anche un video, che associasse un passo o una tematica di una delle opere di Foscolo – erano liberi di spaziare tra Le ultime lettere di Jacopo Ortis, il carme Dei Sepolcri o altro – con un’opera a scelta di un autore classico, una canzone o addirittura un’opera d’arte figurativa. L’obiettivo era quello di delinearne meglio le caratteristiche, con le varie tematiche e problematiche.
I ragazzi hanno fatto “loro” l’autore, sfoderando passioni e conoscenze del tutto inedite attorno alle sue opere, oltre che sorprendenti competenze digitali – in particolare per la realizzazione dei video”.

Hai anche realizzato il progetto "Verga chiacchiera con i suoi personaggi". Spiegaci in cosa consiste.

“È un progetto che risponde alle esigenze sopra delineate, anche se è stato proposto il mese scorso, in periodo di blended al cinquanta per cento, ovvero con metà della classe in presenza e l’altra metà a casa. In questo caso il format era assai più tradizionale. Ho proposto un tema su Classroom, attraverso il quale gli studenti hanno immaginato un incontro tra Giovanni Verga e tre dei suoi personaggi, magicamente divenuti reali: Padron ‘Ntoni, ‘Ntoni e la duchessa di Leyra.
Dalla conversazione sono emerse le tematiche fondamentali del Verismo, con riferimenti alle principali opere. Come criteri di valutazione ho tenuto in considerazione non soltanto la correttezza circa i contenuti e la coerenza formale dei testi,  ma anche la fantasia e l’originalità”.

In che modo queste idee sono state accolte dagli altri professori?

“Ho un intenso dialogo con due colleghe. Una di loro insegna greco e latino e ha proposto temi di letteratura di questo genere, come la richiesta di scrivere una lettera agli autori antichi. Facciamo invece un po’ fatica a confrontarci con gli altri del dipartimento di lettere. Nella mia scuola c’è un forte individualismo e non tutti vedono di buon occhio questo tipo di iniziative, di cui temono la superficialità”. 

Insegnare fa sentire eternamente giovani!

Che impatto ha avuto invece questo nuovo modo di fare scuola sugli studenti e sui loro genitori?

“Gli studenti si sono rivelati più che partecipi, tanto che hanno svolto dei lavori nell’insieme soddisfacenti. Trattandosi di ragazzi di quinta liceo, non ho discusso dei vari progetti con i genitori”.

In questo momento siete in aula o continuate con la didattica a distanza?

“Attualmente stiamo lavorando con metà classe in presenza e metà a casa collegata in DaD, ed è ancora più complesso. Il rischio è che la metà in presenza sia massacrata di verifiche e interrogazioni, mentre la metà a casa sia “parcheggiata” in attesa. Sto cercando di aggirare almeno in parte il problema facendo lezioni frontali, sempre con PPT, e affidando presentazioni agli studenti a casa”.

Pensi di continuare a portare avanti questo nuovo approccio formativo anche in futuro?

“Sono progetti che permettono agli studenti di attualizzare i classici, per cui li riproporrò anche in tempi ordinari. Si tratta di metodi che mettono gli studenti al centro del processo di apprendimento, dando loro modo di esprimere la loro personalità e creatività in maniera del tutto inedita. Questo permette di amare e ricordare con piacere quanto studiato”.

Che rapporto hai con i tuoi studenti?

“A settembre festeggerò il mio ventesimo anno di ruolo. In questi anni ho molto amato il mio lavoro e i miei studenti, e mi sono spesso sentita ricambiata. Sono felice quando riesco a trasmettere la mia passione, cosa che spesso mi è stata da loro stessi riconosciuta”.

Tu cos'hai imparato da quest’esperienza?

“Ho imparato che c’è sempre da imparare: l’insegnamento è uno scambio continuo. Può essere faticoso, si profonde tanta energia, ma ciò che si riceve dagli studenti in termini di umanità, calore e voglia di vivere, vale molto di più”.

Di Palma Puglisi e Grazia Ciavarella