“L’enorme problema del digital divide, che abbiamo fatto finta non esistesse sino a febbraio 2020.
È il problema della copertura a banda larga di tutti gli istituti ma soprattutto di tutto il territorio nazionale. Comprese le aree a cosiddetto ‘fallimento di mercato’, ovvero le zone dove le aziende non investono, perché non è remunerativo. Lì, a mio parere, bisognerebbe fare un intervento di Stato.
Contemporaneamente, c’è un enorme e grande problema di formazione, non soltanto dei docenti, intendiamoci, ma proprio a livello di famiglie e di studenti. C’è un grosso gap di competenze digitali, alle volte proprio di base. Perché purtroppo per tanto tempo abbiamo considerato il digitale come il luogo ameno su cui fare studi critici, senza capire che il digitale è uno strumento potentissimo.
Il digitale se utilizzato in maniera corretta, diventa un abilitatore di cittadinanza; se utilizzato in maniera sbagliata diventa uno strumento che dà voce agli imbecilli, come diceva Umberto Eco”.