- Scuola: scuola primaria, Via Juvarra, Istituto Comprensivo Statale Bottacchi, Novara
- Classe: terza
- Materia: italiano, storia, geografia, educazione digitale
- Metodologia didattica: classe cooperativa digitale
- Cosa ha fatto il docente: ha creato delle Escape Room digitali per far apprendere agli studenti.
Le maestre di una classe primaria si sono inventate delle escape room per fare in modo che i bambini migliorassero le loro competenze divertendosi.
Una classe digitale parte sicuramente avvantaggiata per quanto riguarda la Didattica a Distanza ma Kosmé De Maria, insegnante di italiano, storia, geografia ed educazione digitale in questa classe terza, ha deciso che i bambini potevano apprendere meglio giocando.
La escape room, infatti, è un gioco durante il quale i partecipanti si trovano chiusi in una stanza nella quale viene simulata una situazione, in un’ambientazione ben precisa che richiama solitamente film, romanzi o epoche del passato. I concorrenti devono risolvere indovinelli ed enigmi per uscire dalla stanza e vincere il gioco.
Sapendo che il gioco è una faccenda molto seria, che permette di scoprire il mondo, a Idee per la scuola la maestra ci racconta come ha creato delle escape room a tema fantasy basate sui personaggi più conosciuti dai bambini e interamente digitali.
Ciao Kosmé, ci racconta cosa avete fatto?
“La prima “Avventura Digitale“, noi chiamiamo così le escape room digitali, che ho creato è stata quella a tema “La Storia Infinita”, realizzata durante il primo lockdown. I bambini dovevano rispondere a delle domande di grammatica italiana per andare avanti nella storia, e solo in questo caso potevano farsi aiutare dai genitori. È piaciuta molto e ho deciso di continuare con una nuova avventura dedicata a “Mission Impossible”, lo scopo era riconoscere le doppie, una vera missione impossibile per i bambini di terza!
Abbiamo creato anche un’altra avventura a tema “Harry Potter“. In questa l’approccio è stato multidisciplinare, le domande potevano essere di matematica, storia o su altre materie, così ho coinvolto anche i colleghi nell’elaborazione della storia e delle prove.
E, infine, abbiamo realizzato un’altra Avventura Digitale su Dante e la Divina Commedia, per celebrare il settecentenario della morte nel 2021″.
È stato difficile realizzare queste Avventure Digitali?
“No, è stato abbastanza semplice. Ho usato Genial.ly: una piattaforma online che permette di creare presentazioni, minisiti e giochi interattivi.
I bambini danno le risposte usando dei moduli Google integrati nel gioco, in questo modo noi maestre possiamo controllare e raggruppare le loro risposte. Alla fine della storia i bambini fanno un vero e proprio compito, senza neanche rendersene conto”.
Come mai hai deciso di usare lo strumento delle escape room con i tuoi studenti?
Com'è stata accolta l’attività?
“I bambini hanno reagito molto bene! Sicuramente questa esperienza è stata possibile anche perché la nostra è una classe cooperativa digitale: l’apprendimento digitale viene inserito fin dalla classe prima, i bambini lavorano sia sui quaderni sia sul tablet, sviluppando competenze avanzate.
Per esempio noi avevamo già impostato il lavoro su Google Classroom quando è arrivato il lockdown, e avevamo già lavorato su Padlet negli anni precedenti.
Così abbiamo potuto anche chiedere ai bambini di fare delle ricerche creando delle mappe, collaborando con i compagni anche a distanza.
Certo il primo lockdown è stato duro perché ci ha colti di sorpresa, abbiamo dovuto organizzarci soprattutto dal punto di vista psicologico, ma siamo riusciti a fronteggiare la situazione in fretta proprio grazie a questa base di conoscenze digitali comuni che avevamo costruito”.
Cosa porterai di questa esperienza nella tua didattica?
“Molte cose, come le Avventure Digitali, continueremo a farle anche in presenza proprio grazie a questa impostazione digitale del lavoro.
Ma non solo, per esempio per quanto riguarda la scrittura creativa ho notato che posso seguire meglio i bambini durante i compiti grazie al digitale: posso indirizzarli mentre scrivono, correggendo subito eventuali errori. Inoltre, per loro è meglio ricevere commenti sia positivi sia negativi in questa forma ‘privata’ perché li aiuta nella costruzione dell’autostima”.
Di Irene Torre
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