coding nella dad

Il coding protagonista della DaD di una scuola primaria

Imparare le basi della programmazione informatica in modo creativo e divertendosi è possibile: il coding è ora appannaggio anche dei più piccoli.

Alzi la mano chi non ha ancora sentito parlare di coding! Forse in tanti e se non hai passione per il mondo informatico può capitare di non sapere cosa sia. La programmazione informatica, questo il significato del termine inglese coding, consente di dialogare con un computer impartendo degli ordini.
Come usare il coding nella DaD ce lo racconta la professoressa Patrizia Maspero dopo averlo sperimentato con i suoi studenti.

L’insegnante lavora nella scuola primaria di Laglio in provincia di Como, che fa parte dell’Istituto Comprensivo Statale Cernobbio. La storia che raccontiamo risale allo scorso anno scolastico, ossia 2019-2020 quando insegnava materie scientifiche e inglese in una classe prima e con esattezza nel periodo da marzo a maggio 2020. Perché quel che conta per noi di Idee per la scuola non conta solo quello che si sta facendo da settembre 2020 in poi, ma anche cosa si è fatto quando il Covid-19 è piombato nelle nostre vite. 
Ecco la storia di Patrizia. 

Sei riuscita a ingegnarti in una didattica a distanza attraverso il coding. Ci racconti com’è nata l’idea e come si è sviluppata?

“Certamente, ma prima di ogni cosa, vorrei precisare che il coding è un elemento che faceva già parte della mia didatticaLa tematica scelta, in questo caso, è stata quella dei solidi geometrici. E le discipline coinvolte: matematica principalmente, ma anche geografia, cittadinanza, arte e immagine, italiano e inglese. Il coding avrebbe sotteso tutte le attività didattiche tramite l’impiego di robot e di risorse unplugged come Cody-Roby.
Lo strumento-stimolo è stato un racconto a puntate dove in ogni capitolo la protagonista, Sfera, incontra un nuovo solido geometrico durante il suo viaggio per raggiungere la Luna.
Ora la storia di Sfera è diventato un cartone animato a puntate”.

Grazie al coding, la didattica a distanza ha potuto mantenere un carattere fondamentalmente concreto.

Come vi siete mossi prima e dopo la chiusura?

“In una prima fase, quando ancora non c’era la certezza della chiusura totale delle scuole fino al termine dell’anno scolastico, si è lavorato tramite l’applicazione Padlet, selezionando materiali, siti e giochi didattici dal web da proporre agli alunni. In seguito sono state aggiunte le videoconferenze. Grazie a questo strumento si sono potute programmare delle lezioni interattive, durante le quali si è fatta una matematica che lasciasse molto spazio alla logica. Senza tralasciare tutti gli altri aspetti della disciplina, come ad esempio numeri, calcoli e attività pratiche”.

In che modo siete riusciti a passare da una didattica in presenza a una da remoto, mantenendo lo stesso format?

“CodyRoby è stato lo strumento principale grazie al quale si è potuto portare avanti il coding a distanza: ogni allievo ha potuto stampare o disegnare, tramite apposito tutorial, il proprio mazzo di carte.
Come griglia è stata utilizzata la mappa del comune di Laglio, sulla quale si era già lavorato in inglese, poi trasferita sul quaderno come griglia quadrata 10×10.
Il robot consisteva in un cubetto che gli allievi utilizzavano già in classe, facendolo muovere sul piatto della base 10.
Le videoconferenze sono state organizzate in modo da dare le coordinate per individuare casella di partenza, percorso o casella d’arrivo, a seconda delle attività”.


Che impatto ha avuto l’idea sugli studenti e in che modo è stata accolta dal corpo docente?

“Gli allievi hanno sempre manifestato entusiasmo, interesse e impegno. Amavano vedere il cartone animato, che veniva preparato di volta in volta e visualizzato da loro in modalità asincrona. Erano curiosi di conoscere il seguito della storia, propedeutica alla videoconferenza, che è sempre risultata in tutti i suoi aspetti molto accattivante e coinvolgente.
Alla fine del percorso io ed Erica, la tirocinante che lavorava con me, abbiamo inventato una canzone che sintetizzasse la trama e i concetti appresi durante il periodo in DaD.
I bambini sono esplosi di gioia nel mimarla e cantarla in coro online, grazie anche all’aiuto dei sottotitoli presenti nel video. Il progetto è stato portato avanti principalmente nelle mie ore, ma le altre colleghe hanno dato la loro disponibilità per eventuali sviluppi interdisciplinari”.

Quali sono state le reazioni da parte dei genitori?

“I genitori si sono detti soddisfatti al termine del progetto. Ci hanno anche fatto i complimenti”.

La cosa più bella che ti hanno detto i suoi studenti?

“Più che frasi dette ci sono rimasti nei ricordi l’entusiasmo, la voglia di fare e di imparare e le manifestazioni di gioia quando riuscivano a superare una difficoltà“.

Seneca diceva che insegnando s’impara. Cosa stai imparando da quest’esperienza?

“L’apprendimento più significativo è stato il rendersi conto di come, pur essendo la situazione drastica e per certi aspetti drammatica, ci sia sempre una via d’uscita.
La chiave che ci ha permesso di trovare una strada per fare didattica anche a distanza è stata la capacità di sapersi adeguare senza scoraggiarsi e tantomeno arrendersi!.

Autore: Grazia Ciavarella