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La scuola del futuro: educazione digitale per tutti, anche nelle aree periferiche

Federica Guarino e Rebeca Andreina Papa fanno parte della Cooperativa Sociale E.D.I. Onlus, che lavora alla promozione dell’uso positivo delle tecnologie digitali, la tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e contro la povertà educativa. Ci hanno raccontato due progetti di cui si occupano per la scuola: S.C.A.T.T.I e la Scuola Onlife.

Il progetto S.C.A.T.T.I è finanziato dall’Impresa Sociale Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Coinvolge 27 partner tra enti locali, scuole e organizzazioni di terzo settore e la Cooperativa Sociale E.D.I. Vediamo meglio in cosa consiste.

Il progetto S.C.A.T.T.I

S.C.A.T.T.I. ha una durata complessiva di 3 anni e opera a livello locale in 4 aree: Giambellino a Milano, Ponte di Nona a Roma, Scalea e Praia a Mare in provincia di Cosenza e Zen a Palermo.
Federica Guarino ci racconta sul blog di Idee per la scuola, il ruolo di E.D.I in questo importante progetto: “E.D.I è capofila di questo progetto sotto due aspetti principali: l’attenzione ai diritti dell’infanzia e la tutela dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi nella dimensione onlife, in relazione alle tecnologie digitali” ci racconta Federica con la quale abbiamo cercato di capire com’è andato in particolare quest’ultimo anno.
“Indubbiamente è stato molto complesso, le criticità ci sono state. In alcune condizioni particolarmente svantaggiate, non è stato semplice tirare tutti dentro. La possibilità di avere tablet e giga a disposizione sono solo un aspetto dell’inclusione digitale e spesso non sono bastati. Un aspetto positivo è come il progetto S.C.A.T.T.I non si sia mai fermato, nonostante tutto. Con fatica abbiamo riorganizzato le attività, garantendo continuità agli studenti e alla scuola. Abbiamo trasferito in modalità online tutti i laboratori che avevamo in presenza”.

Le attività del progetto S.C.A.T.T.I

Si lavora in contesti di particolare fragilità, ad alto rischio di dispersione scolastica. Uno degli obiettivi del progetto è stato quello di attivare una serie di laboratori per rafforzare l’uso positivo delle tecnologie, agendo a livello comunitario e coinvolgendo non solo gli studenti ma anche le famiglie, come ci spiega bene Federica: “In alcuni casi siamo partiti da una vera e propria alfabetizzazione digitale degli adulti, perché sono emersi dei vuoti a livello di conoscenza digitale proprio all’interno delle famiglie. È stato importante  coinvolgere tutti coloro che si occupano dell’educazione dai ragazzi: dalle famiglie agli insegnanti.
Abbiamo inoltre attivato degli sportelli di orientamento. In questo modo abbiamo aiutato a tradurre e rendere comprensibili i vari decreti e i bonus, anche ai ragazzi e alle famiglie straniere con le quali lavoriamo”.

La Scuola Onlife

La Scuola Onlife è una guida gratuita, scaricabile online, realizzata all’interno del progetto ECo- S.C.AT.T.I, grazie al lavoro di E.D.I. Onlus.

Rebeca Andreina Papa, con una lunga esperienza di educazione digitale, ha coordinato la stesura della guida e ci racconta come: “Abbiamo messo a sistema le nostre conoscenze e le nostre competenze in ambito educativo e abbiamo ascoltato i bisogni e le urgenze nate in questo anno pandemico. Quello che ci teniamo a sottolineare è che questa guida è nata per rispondere all’emergenza ma non vuole essere emergenziale. Vuole diventare uno strumento positivo e estremamente pratico per gli educatori e tutti coloro che si occupano di didattica, per riflettere sul ruolo delle tecnologie digitali e non perdere tutto ciò che è stato costruito e assimilato”.

La guida Onlife: struttura e caratteristiche

La Guida Onlife è strutturata in tre parti:

  • la prima parte è una riflessione, una cornice teorica sull’uso delle tecnologie digitali in ambito educativo
  • nella seconda parte si esplorano le metodologie, le tecniche, per fare una didattica digitale integrata che sia inclusiva, partecipativa, con un occhio di riguardo alla protezione e alla sicurezza
  • la terza parte è la più pratica, con schede e proposte di attività operative per favorire la partecipazione dei ragazzi

Come sottolinea Rebeca: “È importante partire dalla consapevolezza che la tecnologia ormai è imprescindibile nella scuola, non possiamo negare il ruolo del digitale. Lo stesso termine Onlife che, abbiamo preso in prestito da Luciano Floridi, significa che ormai non c’è più distinzione tra il reale e il virtuale, esiste invece la dimensione onlife che è liquida e ibrida. Allo stesso tempo è fondamentale promuovere una educazione digitale che arrivi a tutti. I ragazzi vanno accompagnati all’uso del digitale, attraverso un accesso alla rete consapevole”.

Le schede didattiche: un esempio pratico

Nella terza parte della guida vengono fornite delle schede pratiche per coinvolgere e favorire la partecipazione gli studenti. Un esempio è la scheda dedicata all’educazione alle emozioni. Attraverso diversi supporti online come la mappa delle parole belle di Sara Vincetti, la mappa delle emozioni di Bimba Landmann, supporti video e l’uso di piattaforme come padlet e mentimeter, i ragazzi possono creare  la loro personale mappa emozionale.

Come ci ricorda infatti Rebeca: “È importante in questo periodo in particolare, occuparsi anche dell’educazione emotiva dei ragazzi, insegnare loro a riconoscere le emozioni, per comprenderle e gestirle”

La scuola del futuro secondo E.D.I

Parlando del concetto di scuola del futuro ci risponde di nuovo Federica: “Abbiamo chiesto direttamente ai ragazzi come immaginano la scuola del futuro. Hanno sottolineato il desiderio di avere una scuola con più spazi aperti. Cortili, luoghi di aggregazione esterni che siano belli, perché la bellezza produce bellezza”

Per E.D.I in particolare, la scuola del futuro deve avere una didattica attiva e partecipativa che tiene conto dei ragazzi, dei loro bisogni. Federica conclude così: “Il nostro lavoro è per una scuola del futuro che sia inclusiva, con un’attenzione particolare per i bisogni dei singoli come individui, al di là delle categorie. Una scuola dunque che sappia valorizzare le differenze e dialoghi con il territorio, promuovendo un uso positivo della tecnologia e sappia accompagnare i ragazzi verso il bello”.

Sarebbe davvero bello, no?

Di Chiara De Filippo