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La DaD e uno spazio condiviso per le emozioni ispirato a Dante

Socialità e condivisione: come dare spazio a questi aspetti nella didattica a distanza? Marco Natale, insegnante di fisica, ha dato voce alle emozioni dei suoi allievi con “Il Raggio”, uno spazio virtuale condiviso e dedicato a Dante Alighieri.

Socialità, condivisione, confronto: sono questi, probabilmente, gli aspetti che mancano di più durante questi mesi che vedono la didattica a distanza come protagonista indiscussa delle vite di docenti e allievi. Marco Natale, insegnante di fisica, ha deciso di fare appello ai versi di Dante per affrontare i limiti della DaD e ha creato “Il Raggio”, uno spazio virtuale in grado di generare nuove idee e superare le barriere della distanza.

Cos’è “Il Raggio” e com’è nata questa idea?

“Durante i primi mesi di quarantena, ci siamo ritrovati ad affrontare e gestire le incognite della didattica a distanza. Una volta trovato il ritmo giusto, abbiamo cercato un modo per poter superare le difficoltà maggiori, cercando di coinvolgere i ragazzi. “Il Raggio” è nato spontaneamente: ad aprile, al termine di una lezione, uno degli allievi mi ha posto una domanda che non aveva nulla a che fare con Newton e mi sono ritrovato a rispondere citando una terzina di Dante.
Ne è scaturito un confronto vivace, i ragazzi erano interessati, volevano approfondire e capirne di più. Da quel momento, abbiamo iniziato a fare “il Raggio”:
un incontro extrascolastico settimanale per parlare di noi, della vita e delle emozioni. Ogni venerdì sera ci teniamo compagnia accompagnando le nostre discussioni con un testo di letteratura”.

In che modo questi incontri si integrano nel percorso di formazione tradizionale?

“I venerdì danteschi ci aiutano a ritagliare un momento e uno spazio dedicato a noi in quanto persone. Durante l’incontro, leggiamo i versi di Dante e ci poniamo delle domande, cerchiamo le risposte insieme, ognuno di loro interviene e questo ci aiuta a crescere. La tecnologia è una risorsa fondamentale, ma l’apprendimento scaturisce da un rapporto. Con la DaD viene a mancare il linguaggio non verbale e anche tutti quei momenti interstiziali, tra una lezione e l’altra, che rendono la scuola un luogo di condivisione. Con “Il Raggio” abbiamo trovato uno spazio tutto per noi, dove riusciamo a esprimerci per andare più a fondo nel percorso di apprendimento, superando anche la barriera della distanza fisica“.

Come hanno accolto i tuoi studenti questo “format dantesco”?

“Il venerdì dantesco è nato da un’esigenza degli allievi e, ancora adesso, gli incontri proseguono. Questo dimostra che, a volte, basta davvero un piccolo sforzo per coinvolgere. In un territorio come la Campania, in cui la dispersione scolastica rappresenta uno dei problemi più critici, la didattica a distanza può rappresentare un pericolo ulteriore, rischiando di allontanare i ragazzi dalla scuola. Eppure, ogni venerdì, questi ragazzi mi dimostrano che la voglia di ritrovarsi e imparare passa soprattutto dall’ascolto, nonostante le difficoltà che stanno incontrando sul loro cammino”.

Marco Natale didattica a distanza Dante Alighieri

Perché hai scelto la letteratura e, in particolare, Dante per questi incontri extrascolastici?

“C’è un valore educativo nel fare il proprio dovere che non possiamo perdere di vista, anche con la didattica a distanza. Ora che ci ritroviamo ad affrontare una sfida complicata, dobbiamo trasformare le risorse che abbiamo in un’opportunità per non lasciare nessuno indietro e stimolare il dialogo, anche se attraverso uno schermo. Sono un grande appassionato dell’opera di Dante e i suoi versi diventano un modo ulteriore per stabilire un contatto più diretto con i ragazzi.
Ogni incontro dantesco, infatti, si conclude con il ‘
time to talk‘, durante il quale ci confrontiamo anche sull’attualità o su quello che succede nelle nostre vite. Dalle domande emerge tutta la bellezza dell’apprendimento.

E cosa ne pensano i genitori di questi momenti extrascolastici?

“Il punto di svolta è il coinvolgimento e i genitori hanno notato l’entusiasmo dei loro figli per questo format. La didattica a distanza, con tutte le sue sfide e le risorse a disposizione, ci richiede di fare uno sforzo ulteriore per investire sull’aspetto relazionale della scuola”.

Cosa ti porti dietro da questa esperienza?

“Come dicevo, credo molto nel valore relazionale della scuola e abbiamo bisogno della bellezza dei momenti condivisi. Resto sempre piacevolmente sorpreso dalle riflessioni che emergono durante i nostri incontri danteschi. La scuola, anche a distanza, è in grado di generare idee e irradiare la bellezza della condivisione“.

La scuola, anche a distanza, è in grado di generare idee e irradiare la bellezza della condivisione.

Autore: Gabriella Conte