pokemon nella didattica a distanza

I pokémon aiutano un bambino autistico nella DaD

La storia di un insegnante che ha saputo sfruttare le passioni del proprio alunno con diagnosi di autismo coinvolgendolo durante la DaD.

Francesco imposta la DaD gradualmente, con pochi collegamenti settimanali, fino a concordare un’ora al giorno, con ottimi risultati in termini di concentrazione e crescita.

Il maestro decide di far leva sulla passione più grande di Giovanni,  ossia il famoso gioco dei Pokémon, per coinvolgerlo negli esercizi e problemi di matematica.

Come usare i giochi di ruolo per coinvolgere il bambino

Utilizza in particolare, una semplice scatola e 6 coppie di dadi. In questo modo, collegando ogni colore ad una casata dei Pokémon, “sfida” il bambino in veri e propri giochi di ruolo.
Gli altri due giochi utilizzati sono:

  • Gioco dei 3 dadi racconta storie: in ogni lato dei dadi è disegnata un’immagine, a partire da questa il bambino può inventare una storia, un collegamento o una frase.
  • I jenga colorati: usati per le operazioni di matematica, collegando numeri, colori e forme.


L’insegnante in questo modo, nel corso delle settimane, dopo aver instaurato un legame di fiducia e collaborazione con il bambino, introduce l’uso di schede personalizzate, con disegni e indicazioni ad hoc. 

Nello specifico, Francesco utilizza la piattaforma liveworksheet. attraverso cui è possibile creare un quaderno virtuale per ogni alunno, con le credenziali personali e inserire le note audio.

Inoltre sfrutta i  vari contenuti messi a disposizione dalle case editrici, come le guide per gli insegnanti ma anche schedari e attività divise per materia. In particolare della Mondadori e del Capitello.

L’importanza della routine giornaliera e l’aiuto dei genitori

Per un bambino con serie difficoltà di concentrazione riuscire ad avere, anche a distanza, una routine giornaliera, svolgere con entusiasmo i compiti e consolidare le conoscenze acquisite è il risultato più evidente che le strategie messe in atto sono servite.

“Tuttavia in questo percorso”, ha più volte sottolineato Francesco, “è stato fondamentale il sostegno e l’aiuto della famiglia. I genitori in particolare hanno lavorato con me in totale collaborazione, concordando gli orari e le strategie da seguire, stampando il materiale che l’insegnante inviava una volta alla settimana e creando in questo modo un vero e proprio libro-quaderno che ha garantito al bambino sicurezza e controllo”.

È stato commovente pensare come tutti i giorni, nonostante i problemi di connessione, l’audio che saltava, i problemi personali di ognuno, tutti eravamo lì, connessi. È la metafora di questo periodo. Nonostante le difficoltà, noi ci siamo.

Autore: Chiara De Filippo