- Scuola: scuola secondaria di primo grado, Istituto comprensivo E. De Filippo, Sant'Egidio del Monte Albino, Salerno
- Classe: terza
- Materia: sostegno
- Metodologia didattica: metodo Montessori
- Cosa ha fatto il docente: ha creato la classe Arcobaleno, una classe virtuale per includere al meglio F., un ragazzo con il disturbo dello spettro autistico, nelle lezioni in DaD.
Esistono storie che valgono la pena di essere lette. Di essere interiorizzate e di essere usate come esempio. Questa è una di quelle. Parla di Classe arcobaleno, una soluzione alternativa di DaD per gli insegnanti di sostegno.
La chiusura delle scuole e delle università causata dall’epidemia Covid-19 ha imposto la necessità di ricorrere a una modalità di insegnamento finora poco conosciuta: la didattica a distanza.
Nonostante le difficoltà che, come in ogni cosa nuova, si sono palesate, esistono storie di moltissimi insegnanti che sono riusciti a creare metodi alternativi ed innovativi per portarla avanti.
Quella che state per leggere è una di queste storie. È caratterizzata da empatia, inclusione, condivisione.
È la storia di Adele De Stefano, una professoressa dell’istituto comprensivo E. De Filippo, di Sant’Egidio del Monte Albino, in provincia di Salerno: “Sono una professoressa di sostegno e seguo F., un ragazzo con disturbi dello spettro autistico che ora si trova in terza media”.
La didattica online per chi non è nativo digitale
La sua è una di quelle storie che parla di crescite personali, di scoperte, di difficoltà e di soddisfazioni. A partire dalla stessa insegnante.
Come spiega a Idee per la scuola: “Non sono una nativa digitale e con l’emergenza sanitaria, ho dovuto imparare in fretta per potermi adattare alle nuove modalità di didattica online. Già in passato utilizzavamo i registri elettronici. Ora, ho imparato ad utilizzare diverse piattaforme, tra cui G-Suite, attualmente utilizzata dalla scuola per la didattica a distanza”.
Adele insegna sostegno da 34 anni. Anni caratterizzati da cambiamenti e da emozioni.
Le difficoltà della DaD per un bambino con autismo
Da quando è professoressa sono cambiate tante cose nel sistema scolastico. Nonostante questo, dalla nostra chiacchierata, abbiamo percepito una cosa che è rimasta costante, per tutti questi anni.
L’impegno e l’amore che mette nel suo lavoro: “All’inizio con F. è stato difficile ma poi mi ha dato molte soddisfazioni. Ha imparato negli anni a leggere e scrivere”, spiega Adele che durante la DaD ha incontrato molte difficoltà.
F. non riusciva a seguire bene le lezioni online, non partecipava. Spesso si sentiva spaesato.
Precisa Adele: “In classe, in presenza, il programma è differenziato, mentre per la didattica a distanza non era possibile differenziare le lezioni poiché eravamo tutti nella stessa classe virtuale“.
È vero, nelle classi virtuali sarebbe meglio non sovrapporre le voci, altrimenti si rischierebbe di non riconoscere chi sta parlando e di non capire cosa sta dicendo.
Provate ad immaginare per un attimo, invece, le tantissime possibilità di creare un contatto in classe. Adele può sedersi vicino F., spiegargli gli argomenti, interrogarlo, leggere e scrivere insieme, guardarlo negli occhi per trasmettergli sicurezza e approvazione.
E tutto questo è possibile senza nessun tipo di interferenza. Senza che nessuno si distragga.
L’idea: la Classe Arcobaleno per venire incontro a F.
È dalla volontà di adattare le esigenze di F. al periodo storico in cui viviamo che, a marzo del 2020, è nata la sua idea di Classe Arcobaleno. Classe Arcobaleno è una stanza virtuale di G-Suite, alla quale Adele e F. accedono parallelamente alle lezioni degli altri compagni.
Immaginiamo che sia lunedì mattina: alle 08.15 inizia la lezione di italiano. Sono le 08.10 e dopo aver fatto colazione tutti gli alunni sono pronti a cliccare sul tasto “accedi alla stanza” per partecipare alla lezione.
“Entriamo nella classe virtuale, insieme a tutti gli altri alunni con G-Suite, partecipiamo all’appello, salutiamo tutti i compagni e il professore della lezione che si sta svolgendo e poi ci spostiamo nell’altra stanza virtuale per seguire il nostro programma.
A fine lezione torniamo nella classe virtuale da tutti gli altri per salutarci o per le interrogazioni. Capita che sono gli stessi professori e studenti ad accedere alla nostra stanza per venirci a salutare. A volte negli ultimi quindici minuti di lezione organizziamo dei giochi con le parole e stabiliamo un vincitore”.
La Classe Arcobaleno salvaguarda l’inclusione, principio fondamentale per la scuola e favorisce la socialità. “Sentivo l’esigenza di creare un contatto con la classe attraverso i saluti, i giochi e le interrogazioni da parte degli insegnanti”, racconta l’insegnante. “Io e F. eravamo pronti accogliere gli altri nella nostra stanza virtuale come quando un ospite viene a trovarti a casa. Il preside si è mostrato aperto all’idea e, ora, la propone con passione”.
E gli studenti come l’hanno presa? “Gli studenti partecipano con entusiasmo a questa iniziativa ed i professori l’hanno subito accolta. Questo perché siamo una scuola inclusiva, che ascolta le esigenze del singolo e che tende a non far sentire nessuno escluso”.
Oggi, dopo quasi un anno dalla prima classe arcobaleno, tutti i docenti di sostegno della scuola ne hanno creata una.
Abbiamo percepito, parlando con Adele, la sua commozione per le soddisfazioni che sta ricevendo da quando ha creato la prima Classe Arcobaleno. “
Autore: Irene Petrella
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