Salvatore Giuliano I.I.S.S. Majorana Brindisi

La scuola del futuro: non è importante cosa ma come

Salvatore Giuliano, dal 2008 dirigente dell’Istituto Ettore Majorana di Brindisi, ci parla del progetto Book in Progress e delle strategie per trasformare la scuola dall'interno.

Nel 2014 Giuliano diventa uno dei primi 100 Digital Champion, una rete di esperti scelti per promuovere la cultura digitale in Italia. Nello stesso anno, insieme a Indire e ad altre 20 scuole, Giuliano è tra i fondatori dell’ iniziativa Avanguardie Educative
Salvatore è il tipo di persona che conferma l’assunto per il quale più svolgi progetti importanti e significativi, meno hai bisogno di darti arie di superiorità. Il suo: “chiamatemi quando volete”, racchiude tutto lo stile e la generosità che lo contraddistingue.

Il metodo Giuliano: una buona idea è tale solo se può essere replicata

Facendo una carrellata dei progetti e delle iniziative accostate al suo nome, è chiaro come siano tutte accumunate da uno stesso presupposto.
Un’idea è buona solo se non è fine a sé stessa, ma replicabileIn particolare, i progetti virtuosi sono tali se utili per migliorare altre realtà, in un’ottica di positiva contaminazione di buone pratiche.

La scuola del futuro diventa agile e più economica: il Book in Progress

Salvatore Giuliano nel 2009 inaugura il progetto Book in Progress nell’ITIS Majorana di Brindisi. Nasce inizialmente dalla necessità di creare, sia in formato cartaceo che digitale dei testi scolastici, redatti da una rete di docenti in tutta Italia e modulati sulle esigenze degli studenti.
La versione cartacea dei contenuti scolastici ha un costo di 50 euro (con versione digitale gratuita) che si sostituisce ai circa 350 euro che una famiglia italiana spende ogni anno per i libri di testo tradizionali.
I soldi risparmiati possono essere investiti nell’acquisto di un tablet, che diventa uno strumento personale di apprendimento, durante tutto il percorso scolastico.

Nel corso degli anni il progetto è cresciuto e ad oggi, non si tratta solo di libri digitali ma di una vera e propria, innovativa metodologia didattica.
Grazie a questa vengono riprodotti in digitale tutti i contenuti, si lavora su: piattaforme interattive, mappe virtuali, videolezioni, elementi di realtà aumentata; si favoriscono le verifiche online, l’autovalutazione.
Ciò che cambia di base è la pratica didattica, nella quale gli alunni sono protagonisti nel processo di apprendimento, basato sulla flessibilità, l’aggiornamento e la  personalizzazione.

A oggi, la rete di scuole del progetto Book in Progress conta più di 100 scuole, con una media di 15-20 docenti coinvolti per scuola.

I docenti in particolare, vengono seguiti e accompagnati attraverso un percorso di formazione continuo e su misura.

La scuola del futuro è la scuola del presente

Per Salvatore Giuliano l’Italia è già ricca di realtà innovative: “L’innovazione è presente in moltissime scuole, bisogna solo farla emergere, valutarla certo, ma valorizzarla in tutti i modi possibili. L’autonomia come normativa esiste già, bisogna imparare ad applicarla”. La partita per la scuola del futuro si gioca non tanto sul “cosa” ma sul “come”Il paradigma non è più cosa imparare ma come impararlo, interiorizzando stili di apprendimento diversi, che cambiano come cambiano i tempi e le realtà comunicative.

“Sono cambiate le relazioni, gli stimoli. I ragazzi di oggi ma anche gli stessi docenti, utilizzano quotidianamente alcuni strumenti e forme di comunicazione”, ci spiega. “La scuola non può rimanere arroccata ad un modello di apprendimento ottocentesco”.

Cosa accadrà dunque nella scuola del futuro?

Uno studio dice che nel 2038 il 70% delle professioni che si svolgeranno non esistono ancora. Chiediamo dunque a Salvatore come sarà la scuola nel futuro. “Nessuno può rispondere con certezza”, ci dice con schiettezza Salvatore. Il mondo cambia sempre più velocemente, non possiamo prevedere cosa accadrà. Non dobbiamo mettere in discussione le abilità che è necessario avere oggi così come domani. Preoccupiamoci invece di sviluppare le capacità per cogliere i cambiamenti, e utilizzarli nel modo giusto.

“La scuola non ha bisogno di essere riformata ma trasformata. Non è necessario l’ennesimo intervento dall’alto che introduce nuove norme. La trasformazione deve avvenire dal basso, all’interno della scuola stessa”

Di Chiara De Filippo