- Scuola: scuola secondaria di secondo grado, Liceo Scientifico, Collegio Ballerini, Seregno
- Classe: quarta liceo
- Materia: inglese
- Metodologia didattica: didattica laboratoriale, cooperative learning, peer education, project based learning
- Cosa ha fatto la docente: ha creato con la classe un giornale digitale in inglese con notizie e articoli in inglese scritti dagli alunni.
Un progetto editoriale digitale durante la quarantena come strumento per mantenere il contatto con la realtà.
Fabiola Galli, professoressa di inglese al Liceo Scientifico del Collegio Ballerini di Seregno ha ideato un progetto editoriale con la sua classe quarta. Nasce così CoronaTimes, un giornale interamente in inglese, ideato e scritto dagli studenti e dalle studentesse. Gli argomenti? I più svariati, dall’attualità alla religione, passando per la musica e il cinema.
Scopriamo insieme come è stato strutturato il progetto e quali strumenti sono stati usati.
L’idea e l’obiettivo
L’idea è sorta durante il primo lockdown quando, con la didattica a distanza, “noi docenti sentivamo la necessità di far mantenere il contatto con la realtà agli studenti”. Così, Fabiola Galli, docente di inglese e coordinatrice dei progetti di bilinguismo del Collegio Ballerini, ha trovato un modo creativo per metter in pratica le competenze linguistiche degli studenti.
L’obiettivo, infatti, era quello di “stimolare e sviluppare la creatività della classe, creando interesse verso la lingua inglese”. In questo modo, gli alunni hanno avuto la possibilità di “allenare le skills di writing necessarie per la certificazione Cambridge” in programma per lo scorso anno scolastico.
Flusso di lavoro e strumenti tecnici: il software ARTHR
Il progetto è durato circa 15 giorni. Proposta l’idea durante la lezione, subito gli studenti si sono organizzati, dividendosi in gruppi di lavoro: editors, fotografia, rubriche e impaginazione. Il giornale, composto da un unico numero, in cartaceo e in digitale, ha al suo interno le sezioni dedicate a: ambiente, cultura, notizie dal mondo, economia, musica, sport ed esperienze personali.
Ragazzi e ragazze hanno lavorato sia da soli e in gruppo. Per l’invio dei materiali hanno utilizzato le Classroom di Google e per le revisioni periodiche l’app di videochiamate Zoom, in cui è stato possibile dividersi in room in base al gruppo di lavoro.
Il software chiave per la riuscita del progetto, come racconta Fabiola, è ARTHR: un sito in cui è possibile impaginare un giornale, scegliendo formati, caratteri, dimensioni e struttura. Per il progetto è stato scelto il formato tabloid: 8 pagine contenti un totale di 20 articoli.
A fine progetto, la classe ha deciso di stampare 100 copie, distribuite tra gli insegnanti e le famiglie.
Risultati e feedback
“Prof. non sembra quasi di fare scuola!”. Così hanno commentato gli studenti e le studentesse durante il progetto. Come sostiene Fabiola, questo è dovuto al fatto che “i ragazzi hanno bisogno di sentirsi parte di qualcosa, di essere coinvolti. Per loro è stato forse la prima sperimentazione vera di un lavoro cooperativo, in cui dinamismo, creatività e rispetto delle scadenze hanno giocato un ruolo fondamentale”. Proprio per questa metodologia didattica, “anche le famiglie hanno apprezzato il progetto, perché visto che il processo di apprendimento è valido”.
Fabiola, poi, termina: “Ho capito e imparato che noi docenti dobbiamo essere in grado di ascoltare le esigenze degli alunni, in questo modo riusciamo ad insegnare l’importanza di usare con intelligenza la tecnologia”.
Autore: Marcella Peverini
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