- Scuola: scuola secondaria di secondo grado, Istituto Istruzione Superiore "Carlo Emilio Gadda", Fornovo di Taro, Parma
- Classe: quinta superiore
- Materia: storia
- Metodologia didattica: didattica a distanza
- Cosa ha fatto il docente: ha portato avanti un progetto multimediale sulla Prima Guerra Mondiale con Adobe Spark e ha implementato altri strumenti nella didattica digitale a distanza.
Una didattica interdisciplinare a distanza basata sulle applicazioni digitali
Trovare delle iniziative stimolanti non è mai facile e spesso il rischio è quello di cadere nelle spiegazioni tradizionali che, purtroppo, non riescono sempre a coinvolgere gli studenti.
In tempi di necessità, però, la creatività e la voglia di mettersi in gioco illuminano le giornate dei docenti: così è stato per la professoressa Elisa Sicuri che, con il progetto sulla Prima Guerra Mondiale, è riuscita a catturare l’attenzione degli studenti.
Non solo, creare una didattica interdisciplinare con l’ausilio di applicazioni come Adobe Spark, XMind e Kahoot ha aiutato la docente a riscoprire le proprie potenzialità.
Perché si sa, non si smette mai di imparare!
Elisa, ci racconti com'è andata fino ad ora questa esperienza in DaD?
“Devo dire che, dopo un periodo di scoraggiamento dato dal dover ritornare in DaD, gli studenti hanno reagito e si sono mostrati piuttosto flessibili. Hanno seguito le inversioni di rotta della nostra programmazione digitale e insieme siamo riusciti a creare tanti piccoli progetti”.
Avete avuto difficoltà a ideare alcune delle iniziative digitali?
“Sicuramente è stato difficile seguire una progettazione strutturata su tempistiche più lunghe, ma poco a poco le idee sono nate spontaneamente, forse per il dover ovviare a queste nuove necessità. Il confronto con gli altri docenti è stato uno degli elementi più importanti perché ci ha dato la possibilità di creare una didattica interdisciplinare, un aspetto che spero non venga perso una volta tornati alla normalità!”.
Su quali strumenti vi siete concentrati maggiormente?
“Per la condivisione di materiali e videolezioni abbiamo usato il pacchetto Office e Microsoft Teams. Ai ragazzi ho assegnato delle presentazioni da realizzare con Powtoon, mentre per le mappe concettuali abbiamo usato XMind (utile agli alunni DSA). Grazie ai miei colleghi ho scoperto anche Quizzit, Quizlet e Kahoot per realizzare dei quiz interattivi di ripasso da svolgere sia durante la lezione che come compiti a casa”.
Ci hai parlato del progetto sulla Prima Guerra Mondiale, come lo avete realizzato?
“Per questo progetto abbiamo utilizzato Adobe Spark, ottimo per le presentazioni multimediali. Dopo aver delineato gli aspetti fondamentali, ho diviso la classe in 4 gruppi e ho assegnato loro delle buste con le indicazioni per il lavoro da svolgere. Ho scelto di approfondire 4 macro-temi legati alla Grande Guerra, così da creare dei testi da inserire in un blog fittizio chiamato “Parole in trincea“, rivolto ad un pubblico non specialista.”
Quali sono state le tematiche approfondite?
“Le prime erano la scrittura di alcune lettere come se fossero nei panni di un soldato al fronte e l’uso delle armi militari attraverso un reportage giornalistico. Le altre due trattavano di alcune interviste a donne che si sono distinte nel contesto di guerra e infine la redazione di un itinerario che ripercorresse i luoghi commemorativi. Dopo aver approfondito e svolto le loro ricerche, è stato scelto un portavoce per ogni gruppo ed è stato creato un elaborato con immagini, video, link e una piccola progettazione grafica”.
Un lavoro molto denso! Ai ragazzi è piaciuto?
“Sì, sono stati davvero in gamba e ogni gruppo, dopo le presentazioni di ciascuno, ha discusso i punti deboli e di forza delle strategie adottate.
Dopo aver caricato il materiale su Adobe Spark, abbiamo commentato il lavoro per osservare la sua utilità come metodo di divulgazione di temi apparentemente secondari della Grande Guerra“.
Quindi il lavoro in DaD ha portato anche nuovi stimoli alla classe?
“Sì, la metodologia della Flipped Classroom, o Classe Capovolta, ci ha permesso di lasciare più spazio alla discussione dei punti critici durante le videolezioni. Chiaramente gli studenti che già avevano difficoltà in classe hanno avuto bisogno di una presenza più stretta da parte dell’insegnante, mentre gli alunni con disabilità hanno sentito la mancanza relazionale con i loro compagni”.
Ci sono stati degli alunni che hanno avuto un riscontro positivo inaspettato?
“Effettivamente ho notato che molti dei miei studenti più timidi hanno guadagnato maggiore fiducia in loro stessi, mentre durante le lezioni in presenza facevano fatica a intervenire. Da parte di tutto l’istituto c’è stata una grande determinazione nel far emergere le potenzialità di tutti, soprattutto delle classi quinte, e anche la collaborazione dei genitori è stata preziosa”.
Questa cooperazione è uno degli aspetti che ti porterai dentro dopo questa esperienza?
“Sì, riuscire a collaborare con tutti i docenti mi ha portato a implementare molte mie conoscenze digitali, scoprendo applicazioni e risorse che personalmente non conoscevo”.
“Mi ha anche stimolato osservare come l’attuale situazione mi abbia portata a confidare nelle mie capacità di adattamento, non sapevo di poter trovare delle soluzioni interessanti per una didattica digitale!”
La didattica digitale ti ha conquistata... Pensi che continuerai a usarla anche in presenza?
“Mi piacerebbe molto riuscire a conciliare l’uso del digitale con la didattica in presenza, dando maggiore attenzione alla socializzazione e ai rapporti interpersonali. Penso che sia un modo per valorizzare i diversi stili di apprendimento, portando anche tanti vantaggi agli studenti DSA o con disabilità, e sono sicura che le discipline umanistiche possano avere un ruolo fondamentale in questo dibattito!”.
Di Greta Arilli
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