L’educazione affettiva può essere alla base della formazione per i giovani imprenditori del futuro. Ne parliamo con Solesin, coordinatore della rete di scuole changemaker per Ashoka.
“Io spero che la scuola del futuro dia sempre più importanza alla rilevanza.
Dare più importanza a un bambino che abbraccia un compagno in difficoltà e non solo all’ultima verifica di matematica.
La scuola del futuro deve spostare l’attenzione e l’energia dalla performance dei risultati verso la crescita personale e l’empatia”.
Questo il messaggio semplice e potente di Luca Solesin, Senior Change Manager, responsabile dei programmi Giovani e Scuola e coordinatore della rete di scuole changemaker per Ashoka.
Ashoka è una solida, e allo stesso tempo visionaria, realtà internazionale che promuove l’imprenditoria sociale.
Nuove competenze per i cittadini del futuro: l’empatia cognitiva
Nelle scuole changemaker l’empatia cognitiva non è una bella predisposizione d’animo, ma una vera e propria skill, capace di trasformare le idee in azioni.
Prendete per esempio dei bambini delle elementari e tre scatole: quella dei ringraziamenti, delle critiche, dei complimenti.
Fate scrivere ad ogni bambino tre biglietti riferendosi ai compagni, rigorosamente autografati.
Un giorno a scelta, i biglietti vengono letti e argomentati intorno ad un cerchio, si chiama Consiglio di Cooperazione, uno dei tanti metodi utilizzati nelle scuole changemaker.
Pensateci, è un’idea semplice ma di una potenza reazionaria: un gruppo di bambini che per 5 anni, tutte le settimane imparano praticando, grazie all’accompagnamento di figure altamente competenti: la gestione dei conflitti, la condivisione del proprio punto di vista, l’ascolto, il problem solving.
Siamo davvero sicuri che tutto questo sia meno importante e utile di una lezione di storia?
Noi di Idee per la scuola speriamo che un futuro non troppo prossimo ci dia una risposta, nelle azioni e nella vita dei bambini di oggi, diventati i giovani adulti di domani.
Cosa sono le scuole changemaker
In Italia esistono 11 scuole appartenenti al progetto di Ashoka, nel mondo più di 300.
In queste realtà, la scuola del futuro è la scuola dell’oggi. Il futuro accade giornalmente valorizzando metodologie innovative, progetti visionari, ambienti di apprendimento differenti, competenze trasversali.
La scuola changemaker cavalca un nuovo paradigma trasformativo che insegna agli studenti ad essere loro stessi artefici del cambiamento.
Abbiamo chiesto a Luca come si riesce praticamente a far germogliare un changemaker in ogni ragazzo.
“La via è mettere al centro l’educazione affettiva e comunicativa, il processo empatico non è più una possibilità ma la soluzione. Se riusciamo a riconoscere un problema come se fosse nostro, che ci riguarda, possiamo attivare più facilmente la creatività, per trovare una soluzione e risolverlo”.
Il cambiamento ha senso se c’è davvero per tutti ed è di tutti
Aggiunge ancora Luca: “Il cambiamento assume senso se è un cambiamento per tutti e di tutti. Quel che ci viene chiesto è un salto di prospettiva, smettiamo di chiederci cosa ci riserva il futuro e iniziano a pensare: Qual è il futuro che dobbiamo creare?”
In Ashoka attraverso la pratica di un certo sistema di valori, ogni imprenditore sociale, anche detto Ashoka Fellow, ha come obiettivo quello di risolvere a livello sistemico un problema sociale, trovando una soluzione che sia replicabile e definitiva.
Follia?
Forse, di certo una follia che sta cambiando, in meglio, il mondo dell’imprenditoria, a partire dalla scuola.
Di Chiara De Filippo
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