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L’esperienza dello IED con la didattica a distanza

Da un’idea di Francesco Morelli, nel 1966, nacque l’istituto europeo di Design, anche conosciuto come IED.
Oggi è considerato un’eccellenza internazionale di matrice italiana, che opera nel campo della formazione e della ricerca nelle discipline della Moda, del Design, delle Arti Visive e della Comunicazione.
La sua missione è quella di offrire a giovani creativi, una formazione che li accompagni nella costruzione di un futuro professionale.
Noi di Idee per la scuola abbiamo intervistato Elena Sacco, Director IED Alumni Relations e abbiamo ripercorso il cambiamento che la pandemia Covid-19 ha portato nella didattica:

“Nell’era digitale abbiamo aumentato le sinergie con le varie sedi”, racconta Elena. “Quando sei costretto a ragionare con uno schermo, abbatti i limiti geografici. Si sono infatti aperti molti scenari con la digitalizzazione dell’esperienza”.

La riprogrammazione della didattica

Con l’arrivo della pandemia e delle relative chiusure, lo IED è passato online organizzandosi con la DaD: “Lavoriamo con Google Meet”, ci spiega Elena – “ma convertire qualcosa di fisico, che avveniva anche nei laboratori, in qualcosa di completamente digitale è stato impegnativo. Abbiamo impiegato molte energie nella riprogrammazione della didattica. Abbiamo utilizzato delle diverse modalità. Con i corsi di comunicazione, ad esempio, abbiamo organizzato numerosi momenti corali di brainstorming; la piattaforma Miro ci ha aiutato tantissimo. Anche quello che sembrava impossibile, come fare un brainstorming virtuale, è diventato possibile con l’utilizzo di questi Tool”.

Il progetto Alumni per stimolare la community IED

Il 30 maggio 2020, IED lancia Alumni, un programma dedicato agli alunni di tutto il mondo. È un progetto che nasce per i talenti dello IED, è un luogo virtuale progettato per aggregarli e metterli in rete: “IED sta abbracciando 100 mila persone che nei 53 anni dalla nascita dell’istituto di Design, hanno studiato con noi. Tramite questo progetto stimoliamo la community. È una piattaforma dove gli alunni e gli ex alunni possono dialogare; c’è una mappa del mondo e tutti hanno la possibilità di cercare le persone per area di competenza”.
Elena aggiunge che Alumni offre opportunità di crescita e di lavoro che permette anche di presentarsi e di entrare in contatto con le aziende: “Abbiamo inserito opportunità di stage, di lavoro o di collaborazione con partita IVA in cui gli alunni hanno la possibilità di candidarsi online e di entrare in contatto con l’azienda che più gli interessa”.

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Le aziende hanno aumentato la loro disponibilità nonostante si trovino in questo momento difficile: “Quest’anno”, continua la Director dello IED, “abbiamo avuto il record dei brief commissionati ai nostri studenti da parte delle aziende che con la pandemia non hanno smesso di cercarci anzi, i progetti sono aumentati”.

La parte laboratoriale

Dalla nostra chiacchierata è emerso che è stato difficile trasferire la parte pratica e laboratoriale nella didattica a distanza, mediata da un computer: “Quando è partita la didattica a distanza abbiamo ideato delle IED TIPS, delle video-pillole in cui il docente mostrava il funzionamento delle apparecchiature del laboratorio per non focalizzarsi solo sulla spiegazione prettamente teorica dell’utilizzo della macchina”.
Anche grazie al supporto degli degli ex studenti è stato possibile integrare la parte teorica con quella pratica, nonostante la distanza: “L’ex studente spiega alcuni trucchetti del mestiere agli studenti che stanno sperimentando la parte laboratoriale”.

Come cambia il livello relazionale

La DaD non è la stessa cosa della didattica in presenza, soprattutto a livello relazionale, come precisa Elena: “All’inizio gli studenti sono rimasti frastornati infatti abbiamo offerto tutta una serie di servizi paralleli come gli sportelli di ascoltoAbbiamo tutte sezioni piccole quindi il contatto con il direttore, con i coordinamenti e il corpo docenti è molto diretto. Sono aumentati questi momenti di contatto perché molti studenti avevano bisogno di sfogarsi, di confrontarsi”.

La didattica a distanza ha permesso di aprire nuovi scenari, ad esempio, quello di abbattere i limiti geografici e creare delle aule virtuali con posti illimitati.

Con l’arrivo della DaD ci si è reinventati: “Abbiamo lanciato un progetto che spinge l’unione delle forze delle varie sedi IED. Se tu, ad esempio, studi nella nostra scuola e sei a Milano, non lavori solo con gli studenti di Comunicazione. Infatti, tramite vari tipi di progetti, che noi chiamiamo i progetti con le aziende, puoi lavorare anche con i colleghi di Moda, di Arti visive e Design”, prosegue Elena.

IED Amaze Project, un viaggio immersivo in 3D

Con l’obiettivo di dare risalto al talento e al metodo progettuale, attraverso l’arte generativa digitale, nasce IED Amaze Project che “è un’altra opportunità colta con la pandemia”. Un progetto che nasce per esplorare nuovi linguaggi di racconto del talento non potendo fare eventi fisici di presentazione delle tesi. “Abbiamo sfruttato questa occasione per inventarci una grande mostra virtuale di racconto dei migliori progetti di tesi”.
È una mostra virtuale fruibile via app. È un mondo Gamificato in 3D in cui compi un viaggio e approfondisci i migliori progetti di tesi in tutte e 4 le aree di pertinenza. “È stato sviluppato con uno studio di arte generativa e digitale da un nostro alunno di Computer Grafic Animation”.

"È stato esplorato l’inedito"

Di Irene Petrella