Andrea Zorzetto ha 26 anni, un team di 120 volontari sotto i 30 anni e un progetto dedicato alle scuole superiori delle periferie d’Italia, per portare formazione d’eccellenza, opportunità e stimoli agli studenti più svantaggiati. Oggi Idee per la scuola racconta Poliferie.
Il 66% dei giovani italiani pensa che avrà una posizione socio-economica peggiore dei genitori.
La sfiducia e il pessimismo sono ai massimi storici in questa generazione ma, se hai occasione di parlare con Andrea Zorzetto, puoi cambiare idea. Noi di Idee per la scuola abbiamo deciso di fare quattro chiacchiere con lui. Ecco come ci racconta il suo progetto.
“Poliferie è un’associazione no profit che nasce 4 anni fa. Ho lavorato a lungo sul progetto insieme ad altri due colleghi Tommaso Alberini e Alessandra Ausanio. L’obiettivo è arrivare con i nostri laboratori formativi, nelle scuole delle periferie di tutta Italia, in particolare negli istituti tecnici e professionali ma in generale in tutte le realtà dove la diseguaglianza educativa è più marcata”. Quest’anno di emergenza sanitaria, però, per Poliferie non è stato facile, come spiega Andrea: “Il periodo più difficile è stato indubbiamente la primavera scorsa durante il primo lockdown, quando le scuole erano nella confusione più totale e ci siamo dovuti fermare per quasi 2 mesi. Poi abbiamo ripreso e organizzato il progetto completamente online“
Abbiamo chiesto ad Andrea quali sono stati i pro e i contro di questo passaggio completo alla formazione digitale. “I lati positivi sono stati molti, per esempio siamo riusciti a organizzare interventi di speaker di alto livello e coinvolgere online i paesini più remoti. Attraverso il digitale siamo riusciti a diffondere contenuti d’eccellenza anche dove è difficile arrivare in presenza. In certe zone è persino difficile trovare volontari in loco, lavorando online si risolve anche questo problema. Moltissime scuole quest’anno ci hanno chiesto di estendere i laboratori a più classi”.
Quando ai lati negativi: “la parte negativa è stata quella di dover creare e tutelare il contatto con i ragazzi, la relazione. I ragazzi di cui ci occupiamo hanno un’età difficile, hanno genitori spesso non laureati che non li comprendono, la scuola non li coinvolge. Sono disorientati e preoccupati dal futuro. Il nostro obiettivo è entrare in contatto con le loro realtà, creare un ambiente dove possono sentirsi sicuri e compresi”.
I volontari di Poliferie
Il team di Poliferie è costituito quasi completamente da ragazzi sotto i 30 anni.
“Non abbiamo messo un limite d’età”, ci spiega Andrea, “ma si è creato spontaneamente un gruppo di ragazzi che sente vicine le problematiche e gli interessi di una certa fascia di età, che riguarda principalmente le quarte e le quinte degli istituti superiori”. Il team di Poliferie è sempre alla ricerca di volontari, per ampliare l’area interessata dal progetto e coinvolgere sempre più scuole.
Andrea ci racconta che “tutti coloro che hanno collaborato con noi, hanno avuto una bella esperienza. Siamo strutturati come una start up, ci incontriamo virtualmente tutte le settimane, lavoriamo sia in gruppo che autonomamente e utilizziamo diverse piattaforme come Slack e Notion. Insomma c’è molto da imparare sui meccanismi e l’organizzazione del mondo del lavoro”.
I laboratori di Poliferie
Il progetto prevede 5 incontri per classe con due obiettivi principali: orientamento e sfida alle idee.
Orientamento formativo
La prima fase degli incontri con gli studenti si concentra sull’orientamento formativo, le informazioni sul mondo del lavoro, le tecniche per scrivere un curriculum, una mail professionale, una cover letter. Attraverso il lavoro dei volontari ma anche gli incontri con relatori di esperienza, sia provenienti dal mondo aziendale che accademico, la formazione dei laboratori si fonda sulla creazione di stimoli, prospettive e fiducia.
Ci spiega meglio Andrea: “Nelle nuove generazioni spesso manca proprio l’ambizione, la speranza nel futuro lavorativo. Il nostro obiettivo è cambiare la loro percezione del futuro, creare prospettive di miglioramento e ambizione, in relazione alle comunità in cui vivono”.
La sfida alle idee: progetti per valorizzare il proprio quartiere
Il secondo obiettivo è fornire il più possibile competenze pratiche e processi attivi di apprendimento.
In questo modo gli studenti sviluppano in autonomia un progetto con il supporto dei volontari per risolvere una problematica del loro quartiere o della loro città. In questo modo “non si sviluppano solo conoscenze tecniche ma anche competenze, come: il lavoro in team, il senso civico, il valore della comunità”.
Le scuole: i criteri per partecipare a Poliferie
Inizialmente il progetto si è concentrato esclusivamente sugli istituti tecnici.
Statisticamente infatti, solo il 2% dei laureati provengono da istituti tecnici e professionali.
In realtà Poliferie si riferisce a tutte le scuole della periferia, intesa in senso lato.
Si considerano sia le aree ai margini nella zone urbane di grandi città, sia i paesi più piccoli e le zone rurali. Come racconta Andrea: “I nostri percorsi di alta formazione andrebbero bene per qualsiasi scuola, anche per i Licei più professionalizzanti. Noi abbiamo scelto di indirizzarli a tutte quelle scuole che hanno meno opportunità formative e più bisogno di sostegno”.
Abbiamo chiesto infine ad Andrea come dovrebbe essere la scuola del futuro: “la scuola deve essere innanzitutto flessibile. I percorsi scolastici sono troppo rigidi. Questo porta ad una discrepanza tra ciò per cui si è preparati e ciò che richiede il mondo del lavoro.
Poi personalmente mi viene da dire che si studia troppo, i percorsi accademici dovrebbero lasciare spazio ad esperienze formative diverse, come appunto il volontariato” E infine: ” è importante sfruttare al massimo il digitale, per dare stimoli agli studenti e investire sulla scuola di alta qualità a partire dalle periferie”.
Il valore delle periferie
“Non concentrarsi sulle potenzialità di una parte così ampia della scuola italiana è semplicemente uno spreco. Nelle scuole delle periferie italiane ci sono tanti talenti, le nuove idee vengono più facilmente ai ragazzi che hanno meno esperienza. Lasciare che queste idee si perdano per strada è un grande peccato” conclude Andrea.
Nel centro di Milano il 50% delle persone ha una laurea, ai margini della città questo dato si riduce all’8 per cento, nelle zone povere di Palermo i laureati sono solo il 2 per cento.
La diseguaglianza educativa, il divario tra centro e periferie urbane continuano a crescere, nonostante la generazione di oggi sia la più tecnologica, internazionale ed istruita.
La scuola ha il compito di fermare questo divario e colmarlo. Poliferie è un associazione senza fini di lucro, creata dai ragazzi per i ragazzi. Il suo lavoro è una scommessa ambiziosa a partire dagli studenti più svantaggiati per contesti economici, sociali, culturali e socio familiari. Se il futuro della scuola non sono loro, chi dovrebbe esserlo?
Potete supportare il progetto di Poliferie.
Di Chiara De Filippo
Articoli correlati:
- Il blog come strumento didattico: il progetto “I Maturandi” Scuola: scuola secondaria di secondo grado, Liceo delle Scienze Umane Rocco Scotellaro, Sangiorgio a...
- Imparare l’inglese giocando tra learning app e storytelling Scuola: scuola primaria, Istituto Comprensivo Statale “Padre Pino Puglisi”, Buccinasco (MI) Classe: seconda elementare...
- Popplet: l’app per creare mappe concettuali e mappe mentali Strumento: mappe concettuali e mentali digitali Suggerito per: creare schemi, mappe, riassunti Materia: inglese,...
- Peer learning, videogame e risorse educative aperte: i progetti della DaD Scuola: European High School, scuola superiore di secondo grado. Classe: 1°, 2°, 3°, 4°,...