Fondazione ENGIM da novembre 2020 ha ideato una modalità di didattica a distanza chiamata Docu-Reality. Il tutto per creare un’esperienza di formazione virtuale immersiva, come se si fosse in aula.
Fondazione ENGIM (Ente Nazionale Giuseppini del Murialdo) è un ente di formazione che opera in Italia e all’estero. Fondata nel 1873 per iniziativa di San Leonardo Murialdo oggi è presente con 25 centri formativi in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio.
L’Ente ha recentemente iniziato a operare anche in Sicilia, Calabria e Puglia. Con l’arrivo dell’epidemia Covid-19, fondazione ENGIM si è dovuta adattare alle nuove modalità di fruizione della didattica, alla DaD.
Noi di Idee per la scuola abbiamo intervistato Marco Muzzarelli, direttore di fondazione ENGIM, che ci ha raccontato la loro idea di didattica a distanza messa in pratica da novembre 2020. “Ci siamo dovuti reinventare. Nella prima fase siamo partiti consegnando agli allievi delle box. Quelli che studiano nel settore Bar, per esempio, hanno ricevuto la box con un kit di alcune strumentazioni utili per la preparazione dei cocktail”.
Un vero e proprio tutorial live. Come ci racconta, infatti, c’era infatti il docente da solo nel laboratorio, inquadrato dalla webcam, che faceva vedere che cosa dovevano fare e come dovevano utilizzare gli strumenti nella box. I ragazzi da casa replicavano.
“Successivamente”, continua Marco “ci siamo avvicinati a quelle che sono le dinamiche dei reality tv, dove l’immersione dello spettatore è legata alla possibilità di poter vedere da più punti di vista l’azione che si svolge; che è quello che abbiamo cercato di replicare nei nostri laboratori”.
Partire dalle domande per avere un’idea vincente
Marco e il suo Team si sono posti delle domande, tra queste: “Come unire le forze per garantire a tutti gli allievi, indipendentemente dal colore della regione in cui si trova il loro centro, le stesse opportunità formative?” e “Come condividere le competenze da Torino a Roma passando per Vicenza?”
A risolvere il problema viene in supporto il digitale che, nella formazione professionale, il direttore di Fondazione ENGIM intende utilizzare come “vettore attraverso il quale migliorare l’esperienza di apprendimento”.
Racconta infatti che “utilizzando una piattaforma di streaming e qualche webcam, possiamo creare quello che abbiamo chiamato laboratorio aumentato: un ambiente reale che viene condiviso e vissuto virtualmente anche da studenti fisicamente molto lontani da esso.
Gli elementi che abbiamo ritenuto fondamentali per creare questa esperienza virtuale di formazione li abbiamo sintetizzati in questa idea che abbiamo chiamato del Docu-Reality”.
Cos'è e come funziona Docu-Reality, il laboratorio aumentato
“Innanzitutto, è necessario dotare il laboratorio, in cui s’intende realizzare il Docu-Reality, di una buona connessione e di webcam fisse e mobili che permetteranno di riprendere l’attività del docente dall’angolazione più opportuna. Solo creando un effetto immersivo, con l’alternarsi di diverse inquadrature, la lezione a distanza verrà percepita come simile alla realtà anche da chi la osserva attraverso uno schermo”.
Per Fondazione ENGIM l’effetto reality offre la possibilità di vedere quel laboratorio da più punti di vista quasi come quando si è in un reality televisivo.
“Il paragone che abbiamo fatto è stato quello con il Gran Premio e le gare di Formula 1: se dovessi vedere solo le auto che girano nel circuito”, racconta Marco “dopo un po’ mi annoierei. Se invece ho la possibilità di vedere cosa succede ai box, al cambio gomme ecc., sono maggiormente coinvolto perché ho un effetto immersivo, grazie al fatto che ho più angolazioni della stessa situazione. È questo che avviene nei nostri Docu-Reality, ho più webcam che inquadrano la stessa azione”.
Questa modalità di DaD permette di rompere i limiti dell’aula, dello spazio, crea coinvolgimento: “Gli studenti sono molto entusiasti della nuova lezione in formato Docu-Reality, i docenti sono disponibili a formarsi e a mettersi in gioco con l’innovazione didattica”.
L’elemento fondamentale della replicabilità per i docenti e per gli allievi
“Le lezioni sono in diretta e sono registrate. Dopo ogni diretta montiamo dei video con le riprese che abbiamo fatto durante le lezioni, per renderli fruibili anche successivamente”, ci spiega Marco dicendoci anche che “la replicabilità è stato un elemento fondamentale. L’oggetto che è stato prodotto è replicabile anche da un altro docente. Ci siamo resi conto che questa modalità ha attirato l’attenzione degli allievi che sono riusciti a rimanere tre ore connessi al laboratorio, normalmente le lezioni fisiche durano un’ora e mezza”.
Tutto questo è stato possibile grazie all’effetto reality, ideato da Fondazione ENGIM: “Era come se gli alunni stessero guardando un programma televisivo”.
Il ruolo dei docenti moderatori nel Docu-reality
Per ridurre la distanza tra i ragazzi e il laboratorio, Fondazione ENGIM ha ritenuto indispensabile la presenza di un moderatore che sollecitasse l’attenzione dei ragazzi e accompagnasse l’esecuzione del lavoro del docente in laboratorio attraverso delle domande. Marco infatti ci ha raccontato che “c’è un laboratorio fisico dove avvengono le lezioni che è ad esempio a Torino; poi ci sono altri dei nostri centri connessi virtualmente a questo laboratorio, ad esempio uno in Veneto e l’altro a Roma. I docenti connessi dal Veneto e da Roma sono di supporto al docente di Torino. Il loro ruolo è quello di fare da tutor alla lezione, da conduttori, supportando il docente che svolge la lezione nel laboratorio fisico”.
Come ci ha spiegato, infatti, i tutor “fanno costantemente delle domande, delle richieste, per dare la possibilità di portare l’alunno a pensare “ha fatto la stessa domanda che avrei fatto io”.
Il contatto con le aziende
L’incontro con le aziende è un aspetto importante della formazione professionale, ora come avviene? “La formazione professionale funziona meglio nel momento in cui riesci a inserire gli allievi nel mondo del lavoro. Abbiamo una rete già costruita e strutturata e abbiamo dei contatti diretti con le aziende. Ultimamente mancano le imprese dove generalmente i nostri studenti iniziano un tirocinio dopo il corso di formazione. Questo perché sono state colpite dalla pandemia, soprattutto nell’ambito della ristorazione”.
Marco ci ha raccontato infatti che per questo motivo, nei vari centri di ENGIM stanno aprendo delle imprese formative: “Abbiamo aperto un bar all’interno di un nostro centro di formazione che è gestito da alcuni allievi. Per il settore informatico invece abbiamo fatto partire dei tirocini in smartworking. Il digitale può venire in aiuto con elementi aggiuntivi, non sostitutivi. Può essere utile per svolgere un’attività laboratoriale anche lontano dai laboratori”, chiosa il direttore di Fondazione Engim. E noi di Idee per la scuola non possiamo che essere d’accordo con lui.
Di Irene Petrella
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