- Scuola: scuola dell’infanzia
- Classe: 3-5 anni
- Materia: linguaggio (comunicazione, parole gestualità), espressione, creatività, conoscenza del mondo (ordine, misura,spazio), le grandi domande, il vivere insieme
- Metodologia didattica: storytelling
- Cosa ha fatto il docente: ha creato un canale YouTube dove propone ai suoi alunni dei video-racconti creati totalmente da lei, dai disegni al montaggio video.
Una cantastorie dei giorni nostri propone i suoi video racconti per arrivare nelle case dei suoi alunni più piccoli.
Anche se preferisce non rivelare il suo nome, sappiamo che è una mamma, una insegnante, un’appassionata di libri e di tutto ciò che riguarda carta e colori: ecco chi c’è dietro il canale YouTube: “Un quaderno pieno di storie”.
Ci racconteresti del tuo progetto: a chi si rivolge il tuo canale YouTube?
“Certamente. Un quaderno pieno di storie si rivolge a bambini con un’età compresa tra 3 e 5 anni, si tratta di video racconti per la scuola dell’infanzia”.
Perché hai deciso di usare proprio YouTube?
“Ho immaginato il canale come un grande raccoglitore di storie inerenti ai vari argomenti trattati a scuola (forme, colori, stagioni, amicizia, emozioni, concetti topologici…), come se in quel modo la scuola potesse sembrare un po’ più vicina ai bambini rimasti a casa.
Ho cercato di proporre dei video didattici che fossero il più possibile simili ai cartelloni che i bambini guardano a scuola. Disegni semplici, chiari, colorati e realizzati a mano, senza programmi di grafica, lasciando che tutto rimanesse fatto a mano. A questo ho aggiunto una voce narrante che li potesse accompagnare nella lettura della storia”.
E quando e come è nata la tua idea?
“L’idea è nata nel marzo 2020 mentre cercavo video da proporre ai miei alunni durante la didattica a distanza. La DaD ha creato l’esigenza da parte degli insegnanti di reinventare la scuola. Alla scuola dell’infanzia si segue una programmazione annuale che abbraccia vari e variegati argomenti e non tutto è riassumibile con una canzoncina. C’è bisogno di arrivare a quella canzone, di spiegarne le parole, i contenuti, a volte di animarla per stimolare l’interesse di studenti così piccoli”.
Non hai provato a cercare qualcosa di simile nel web, già pronto all’uso?
“Su internet ho trovato molti siti di maestre o mamme ben curati, anche molto belli con proposte di attività didattiche da scaricare e colorare, ma mi sono presto resa conto che nessuno di questi era ciò che stavo cercando. Mancava il “racconto”, quello che i bambini avrebbero ascoltato a scuola insieme alle immagini proposte. Ho guardato e ascoltato tante cose, fino a giungere ad una delle domande più lapalissiane mai esistite: ‘Se non ti piace niente, perché non lo crei?’ E così ho iniziato a disegnare.”
Potresti dirci cosa pensi abbiano di diverso dagli altri i tuoi videoracconti, nello specifico?
“I miei video racconti rispecchiano il mio modo di lavorare con i miei alunni. Ho semplicemente realizzato dei disegni, ho quasi abbandonato ogni tecnologia cercando di dare la sensazione di guardare qualcosa di semplice e comprensibile anche dai più piccoli. E questo senza troppi colori, senza cambi di immagine troppo repentini, dando la possibilità di percepire la totalità dell’immagine, dallo sfondo alle figure in primo piano. Mi piacciono le figure tondeggianti, dai contorni marcati e definiti”.
Come hanno accolto l'idea gli altri docenti?
“L’idea ha avuto immediatamente un riscontro positivo, moltissimi insegnanti della scuola dell’infanzia di tutta Italia hanno condiviso i video e proposto gli stessi ai loro alunni. I commenti ricevuti sono stati sempre ottimi”.
E invece che cosa hanno detto i bambini?
“Hanno apprezzato soprattutto i disegni e le avventure dei personaggi. Ho proposto più video con lo stesso protagonista, il TopoLogico, un topolino scienziato che si destreggia nel suo laboratorio spiegando vari concetti come l’altezza, le dimensioni, la forma e i colori. I miei alunni mi chiedono sempre quali sarà il suo prossimo esperimento”.
Verranno pubblicati video sul tuo canale anche in futuro?
“Spero, nonostante gli impegni lavorativi, di riuscire a pubblicare con costanza contenuti sul canale e di continuare ad alimentarlo”.
Cosa hai imparato da questa esperienza di didattica a distanza?
“Finora la scuola è stata sempre in presenza, non avremmo mai immaginato di trovarci a fare scuola da casa. Ma non solo: di dover rimanere vicini ai nostri alunni attraverso uno schermo, di doverci reinventare in maniera creativa ma anche efficace.
Il ruolo delle insegnanti della scuola dell’infanzia è spesso giudicato in maniera errata e superficiale, invece il nostro è un lavoro complesso e di grande responsabilità. Trasferire contenuti, regole, insegnamenti a bambini così piccoli e doverlo fare attraverso uno schermo (tanto temuto e demonizzato da pedagogisti, pediatri e psicologi infantili) è una prova ancora più complessa. Bisogna farlo nel modo più corretto possibile, affinché questo strumento sia un plus valore e non un problema”.
Autore: Palma Puglisi
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